Forse qualcuno ci ha già pensato, ma non ho trovato nessun post con questo argomento... quindi comincio col citare l'incipit di uno dei miei libri preferiti, quello che diede il "LA" al mio profondo odio per ogni forma di violenza e specialmente per ogni tipo di guerra.
"Era la mattina del venti luglio 1945.
Dallo spazio che sovrastava lo scintillante mare interno, giunse un lontano rimbombo. Un osservatorio giapponese sulla costa dell'isola di Sikok comunicò al posto di comando per la difesa del Giappone Meridionale, installato nell'antico castello di Hiroshima: "Bombardiere nemico in vista!"
Alcuni minuti più tardi, a questo annuncio ne seguì un secondo: "bombardiere nemico individuato è un ricognitore".
Il centro di comando non fece dare l'allarme aereo in città, per non interrompere inutilmente il lavoro nelle fabbriche di armamenti. Negli ultimi tempi parecchi nemici avevano sorvolato più volte Hiroshima senza gettar bombe..."
Questo era l'incipit di "Il Gran Sole di Hiroshima" di Karl Bruckner.
"Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo simile potessero vivere uomini irascibili ed irosi."
Da "Le Notti Bianche" di Dostoevskij
----------------------- Szeretem a Rock Family-t
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"Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo simile potessero vivere uomini irascibili ed irosi."
Da "Le Notti Bianche" di Dostoevskij
bellissimo incipit.. e splendido libro anche nelle pagine successive =)!
Uno dei miei passi preferiti di quest'opera: "E il sognatore fruga invano, come nella cenere, nei suoi vecchi sogni, cercando in quella cenere almeno una scintilla, per soffiarci sopra, per scaldare al fuoco rinnovanto un cuore ormai freddo e ridestare in esso tutto ciò che prima gli era caro, che toccava l'anima, che faceva ribollire il sangue, che strappava le lacrime dagli occhi e ingannava tanto magnificamente".
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Mr. Leopold Bloom mangiava con gran gusto le interiora di animali e di volatili. Gli piaceva la spessa minestra di rigaglie, gozzi piccanti, un cuore ripieno arrosto, fette di fegato impanate e fritte, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine gusto d'urina leggermente aromatica.
I rognoni erano nel suo pensiero mentre si muoveva quietamente per la cucina, sistemando le stoviglie per la colazione di lei sul vassoio ammaccato. Luce e aria gelida nella cucina ma fuori una dolce mattina d'estate dappertutto. Gli facevano venire un po' di prurito allo stomaco.
I carboni si arrossavano.
Un'altra fetta di pane e burro: tre, quattro: giusto. Non le piaceva il piatto troppo pieno. Giusto. Lasciò il vassoio, sollevò il bollitore dalla mensola e lo mise di sbieco sul fuoco. Stava lì, grullo e accosciato col beccuccio sporgente. Tazza di tè fra poco. Bene. Bocca secca.
Questo era l'incipit de "L'ulisse", di James Joice...
...
...
Oddio, quanto mi manca Eclettica!! Giulioooo!
----------------------- Dio non guarda. Dio bestemmia, e alle volte non si applica.
http://www.myspace.com/40due
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" Soltanto per pazzi. Il giorno era trascorso come appunto trascorrono i giorni; lo avevo passato, lo avevo delicatamente amazzato con la mia timidia e primitiva arte di vivere; avevo lavorato alcune ore, sfogliato vecchi libri, avevo avuto due ore per un dolore come capita alle persone anziane, avevo preso una polverina godendomela al pensiore che si può vincere il dolore con l'astuzia, avevo fattoun bagno caldo sorbendomi il delizioso calore, ricevuto tre volte la posta e scorso quelle inutili lettere e stampe, avevo fatto i miei esercizi di respirazione ma omesso per comodità gli esercizi di pensiero, ero andato a passeggiare un'oretta e avevo traovato disegnati nel cielo certi modelli di nuvolette delicate e preziose. Tutto era molto bello, tanto la lettura dei vecchi libri quanto l'immersione nell'acqua calda, ma tutto sommato non era stata una giornata di felicità entusiasmante nè di gioia raggiante, bensì una di quelle giornate che da parecchio tempo dovrebbero essere per me normali e comuni: giornate moderatamente piacevoli, abbastanza sopportabili, giornate tepide e passabili d'un uomo non più giovane e malcontento, giornate senza dolori particolari, senza particolari preoccupazioni, senza crucci veri e propri, senza disperazione, giornate nelle quali si esamina pacatamente, senza agitazioni o timori, la questione se non sia ora di seguire l'esempio di Adalberto Stifter e di essere vittime di una disgrazia facendosi la barba."
Questo era l'incipit di "Il Lupo Della Steppa" di Herman Hesse
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..keep on rockin' in the free world..
Patente Da Vero Rocker n° 1629
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Era una luminosa e fredda giornata d'aprile, e gli orologi battevano tredici colpi. Winston Smith, tentando di evitare le terribili raffiche di vento col mento affondato nel petto, scivolò in fretta dietro le porte di vetro degli Appartamneti Vittoria: non così in fretta, tuttavia, da impedire che una folata di polvere sabbiosa entrasse con lui.
L'ingresso emanava un lezzo di cavolo bollito e di vecchi e logori stoini. A una delle estremità era attaccato un manifesto a colori, troppo grande da poter essre messo all'interno. Vi era raffigurato solo un volto enorme, grande più di un metro, il volto di un uomo di circa quarantainque anni, con folti baffi neri e lineamenti severi ma belli. Winston si diresse verso le scale. Tentare con l'acsensore, infatti, era inutile. Perfino nei giorni migliori funzionava raramente e al momento, in ossequio alla campagna economica in preparazione della Settimana dell'Odio, durante le ore diurne l'erogazione della corrente elettrica veniva interrotta. L'appartamento era al settimo piano e Winston, che aveva trentanove anni e un'ulcera varicosa alla caviglia destra, procedeva lentamente, fermandosi di tanto in tanto a prendere fiato. Su ogni pianerottolo, di fronte al pozzo dell'ascensore, il manifesto con quel volto enorme guardava dalla parete. Era uno di quei ritratti fatti i modo che, quando vi muovete, gli occhi vi seguono. IL GRANDE FRATELLLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.
Questo era l'incipit di "1984" di George Orwell
CHEERS!!!
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Una buona occasione nella vita si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere e a volte non è facile. La mia, per esempio, aveva tutta l'aria di essere una maledizione. "Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai", m'aveva detto un indovino. Era successo a Hong Kong. Avevo incontrato quel vecchio cinese per caso. Sul momento quelle parole m'avevano ovviamente colpito, ma non me ne ero fatto un gran cruccio. Era la primavera del 1976, e il 1993 pareva ancora lontanissimo. Quella scadenza però non l'avevo dimenticata. M'era rimasta in mente, un po' come la data di un appuntamento cui non si è ancora deciso se andare o no.
Un indovino mi disse - Tiziano Terzani
Un libro che mi ha deliziato e divertito, scritto con mano leggera e sguardo lucidissimo.
Edited by cinghio : July 18, 2008, 8:30 am
----------------------- We all live in the gutter, but some of us are looking at the stars. O. Wilde
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Era una luminosa e fredda giornata d'aprile, e gli orologi battevano tredici colpi. Winston Smith, tentando di evitare le terribili raffiche di vento col mento affondato nel petto, scivolò in fretta dietro le porte di vetro degli Appartamneti Vittoria: non così in fretta, tuttavia, da impedire che una folata di polvere sabbiosa entrasse con lui.
L'ingresso emanava un lezzo di cavolo bollito e di vecchi e logori stoini. A una delle estremità era attaccato un manifesto a colori, troppo grande da poter essre messo all'interno. Vi era raffigurato solo un volto enorme, grande più di un metro, il volto di un uomo di circa quarantainque anni, con folti baffi neri e lineamenti severi ma belli. Winston si diresse verso le scale. Tentare con l'acsensore, infatti, era inutile. Perfino nei giorni migliori funzionava raramente e al momento, in ossequio alla campagna economica in preparazione della Settimana dell'Odio, durante le ore diurne l'erogazione della corrente elettrica veniva interrotta. L'appartamento era al settimo piano e Winston, che aveva trentanove anni e un'ulcera varicosa alla caviglia destra, procedeva lentamente, fermandosi di tanto in tanto a prendere fiato. Su ogni pianerottolo, di fronte al pozzo dell'ascensore, il manifesto con quel volto enorme guardava dalla parete. Era uno di quei ritratti fatti i modo che, quando vi muovete, gli occhi vi seguono. IL GRANDE FRATELLLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.
Questo era l'incipit di "1984" di George Orwell
CHEERS!!!
il titolo di questo libro-modesta opera che dedico a mia figlia Tiziana e ai giovani che,oggi impegnati nello studio e nel lavoro, si preparano ad essere gli uomini e le donne di domani-consacra l'impegno di chi vuole andare avanti
I gappisti,gli uomini dei quali si racconta in questo volume,non si fermarono mai davati a nessun ostacolo,a nessun pericolo. Le loro gesta occupano uno posto di rilievo nella storia della Resistenza popolare contro nazisti e fascisti
Giovanni Pesce-Senza Tregua ed feltrinelli
questo libro è una mia sorta di vangelo laico ,libro che rileggo spessissimo e che ogni volta mi esalta,mi commuove profondamente.
Altro libro,fondamentale per me è questo
Tuttosommato io darei ragione all'Adelung,perchè se partiamo da un alto-tedesco Breite ,il passaggio a Braida è facile,e anche il resto:il dittongo che si contrae in una e apertissima e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica,che oggi grazie al cielo non è più un mistero per nessuno..La si ritrova per esempio nei dialetti del mid-west americano,e infatti quel soldato dell'aviazione che conobbi a Manduria mi diceva :"haspero" mostrandomi il ditone della mano destra ingessata, e io non capivo:ma poi non c'è nemmeno bisogno di scomodarsi a traversare l'oceano,perchè non diceva forse "Maronna mia" quell'altro soldato,certo Merola, della compagnia comando,che era nato appunto a Nocera Inferiore?
Luciano Bianciardi-La vita agra
libro splendido pieno di furore anarchico,vita e pagine a dir poco geniali
Alla fine di novembre, in una giornata di disgelo, verso le nove del mattino il treno della linea Pietroburgo-Varsavia si avvicinava a tutto vapore a Pietroburgo. L'aria era così umida e nebbiosa che a fatica era venuto giorno: a dieci passi a destra e a sinistra dei binari era difficile distinguere qualcosa dai finestrini del vagone. Tra i passeggeri vi erano anche quelli di ritorno dall'estero; ma gli scompartimenti più affollati erano quelli di terza classe, pieni di minuta gente d'affari proveniente da poco lontano. Tutti, come sempre accade, erano stanchi, tutti avevano gli occhi appesantiti per la notte appena trascorsa, tutti erano infreddoliti, tutti i volti avevano la stessa tonalità giallo pallido della nebbia.
L'idiota. Dostoevskij.
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<<Era una notte buia e tempestosa>>
questo era l'incipit di tutti i romanzi di snoopy!
scusate, non ho resistito.
<<La nostra cantante si chiama Josefine. Chi non l'ha udita ignora la potenza del canto. Non c'è nessuno che il suo canto non trascini, cosa tanto più apprezzabile in quanto che la nostra razza, tutto sommato, non ama la musica. Silenzio e pace: ecco per noi la musica più gradita; abbiamo una vita dura, dopo aver cercato di dimenticare tutti gli affanni del giorno, non siamo più capaci di assurgere a quelle cose che - come la musica - sono ormai tanto lontane dalla nostra vita. Non ce ne lamentiamo granché; neanche a questo arriviamo più; riteniamo nostro maggior vantaggio una certa furberia nelle cose pratiche, a noi d'altronde indispensabile, e furbescamente sorridendo sogliamo consolarci d'ogni cosa, e ci consoleremmo pure se ci tormentasse la brama - il che non è - di quella felicità che nasce dalla musica. Josefine è la sola eccezione, ella ama la musica e sa interpretarla; è l'unica; morta lei la musica scomparirà dalla nostra vita, chissà per quanto tempo>>
questo era l'incipit di Josefine la cantante, ossia il popolo dei sorci di Franz Kafka, racconto contenuto nella raccolta Il messaggio dell'imperatore, traduzione di Anita Rho, Piccola Biblioteca Adelphi n.113, 1981 (7a ediz.), vol. I, pag.219.
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Era ancora buio e nevicava leggermente quando mi svegliai. Non credo di aver dormito più di un'ora quella notte, così lunga e tormentata. Il freddo intenso mordeva il mio corpo nudo. Per almeno mille volte mi ero girato e rigirato su un fianco, stringendomi addosso le coperte. Mi sentivo stanco ed intontito, per il sonno che il freddo pungente mi aveva negato. Ero esausto. Tutte le ossa del mio corpo sembravano protestare per il tormento di un'altra notte passata per terra, su di un umido materasso di gommapiuma.
Questo era l'incipit di " Un giorno della mia vita " di Bobby Sands.
----------------------- Old songs stay 'til the end.
Sad songs remind me of friends
Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville si mise in agitazione. Bilbo era estremamente ricco e bizzarro e, da quando sessant'anni prima era sparito di colpo, per ritornare poi inaspettatamente, rappresentava la meraviglia della contea. Le ricchezze riportate dal viaggio erano diventate leggendarie, ed il popolo credeva, benché ormai i vecchi lo neghino, che la collina di casa Baggins fosse piena di grotte rigurgitanti di tesori.
La Compagnia dell'Anello. JRR Tolkien
----------------------- Old songs stay 'til the end.
Sad songs remind me of friends
grazie a tutti voi per quanto state continuando a fare
il mio incipit per questa notte è
"Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome. Scendevo i gradini a
uno a uno, i gradini delle scale di Fernando, sapendo bene che non
avevo parole da dire a nessuno, e che non avevo nessun posto dove
andare, nessun luogo da cui ripartire. Sperduto, senza un orizzonte,
senza una lingua, senza una casa e senza una memoria a cui aggrapparmi.
Scesi le scale di Fernando, con quei gradini così alti da esporti alle
vertigini, con le tasche piene di fotografie che alla fine mi ero
portato via strappandole dalla parete. Con un dolore dell'anima che
pareva ormai un dolore del corpo, tanto si era esteso dentro di me.
Scesi convinto che nella casa di Fernando non c'era più niente da
ricordare."
Questo era l'incipit di "Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome" di Roberto Cotroneo
----------------------- Voglio farti un discorso sulla famiglia
Quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alle virtù
E adesso ripeti insieme a me: Santa famiglia...
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"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre ben levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome e per citarle bisognava indicarle col dito."
ma sì è l'inconfondibile Cent'anni di solitudine.
Lo lessi in quattro giorni.
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"Nella mente umana esistono due impulsi primari in conflitto tra loro : da un lato cerchiamo di semplificare le cose, fino a giungere all'essenza, dall'altro analizziamo l'essenziale, cercando di arrivare alle sue più vaste implicazioni.
Tutti noi viviamo un conflitto del genere e ci ritroviamo, di tanto in tanto , a valutarne le conseguenze.
Ad esempio, trovandosi sulla riva del mare , molti finiscono per meditare sulla maestosità del mondo, sebbene il mare sia , fondamentalmente, soltanto una cavità piena d'aqua."
questo era l'incipit della prefazione di Un Universo Diverso, di Robert Laughlin
molti di voi hanno citato dei libri a cui sono più che legata ... che mi hanno segnato nel corso degli anni, come il gran sole di hiroshima, riletto un'infinità di volte dalla 3 elementare ...
grazie a chi ha deciso di aprire questo meraviglioso post ...
ho deciso di iniziare dal libro che un anno fa ha suscitato in me più emozioni , che mi ha quasi portato a far inseguire l'autore a Stanfonrd pur di avere la mia copia autografata...ho deciso di iniziare da qualcosa che riguardasse il mio mondo...
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"Nella mente umana esistono due impulsi primari in conflitto tra loro : da un lato cerchiamo di semplificare le cose, fino a giungere all'essenza, dall'altro analizziamo l'essenziale, cercando di arrivare alle sue più vaste implicazioni.
Tutti noi viviamo un conflitto del genere e ci ritroviamo, di tanto in tanto , a valutarne le conseguenze.
Ad esempio, trovandosi sulla riva del mare , molti finiscono per meditare sulla maestosità del mondo, sebbene il mare sia , fondamentalmente, soltanto una cavità piena d'aqua."
questo era l'incipit della prefazione di Un Universo Diverso, di Robert Laughlin
molti di voi hanno citato dei libri a cui sono più che legata ... che mi hanno segnato nel corso degli anni, come il gran sole di hiroshima, riletto un'infinità di volte dalla 3 elementare ...
grazie a chi ha deciso di aprire questo meraviglioso post ...
ho deciso di iniziare dal libro che un anno fa ha suscitato in me più emozioni , che mi ha quasi portato a far inseguire l'autore a Stanfonrd pur di avere la mia copia autografata...ho deciso di iniziare da qualcosa che riguardasse il mio mondo...
...dovere!
Da un po' di tempo stavo "covando" questa idea, pensavo che qualcuno ci avesse già pensato... invece no. "Il Gran Sole di Hiroshima" è legato a ricordi molto importanti della mia adolescenza, oltre a rappresentare forse il primo libro che ho letto con interesse e passione. Ce lo fecero leggere alle elementari, ma come sai, quando sei obbligato a leggere un libro a scuola automaticamente questo diventa qualcosa di palloso... ma nonostante ciò, la poesia e la "dolce drammaticità" della storia di Shigheo e Sadako, mi rimasero impresse e decisi di riprendere in mano quel libro.
io lo avevo chiesto a mio padre ... in doppia copia, una la regalai ad una mia amica ...ero piccola davvero ,avevo fatto la primina, quindi avevo l'età da 2 elementare...eppure ricordo tutto di quel libro,dal momento in cui l'ho visto la prima volta a quando mi sono rintanata nel mio posto speciale per divorarlo in solitudine ...certe esperienze ti segnano a vita...quel libro mi ha segnata a vita..
"Ad una persona sconosciuta, di una terra da tempo persa – Perché sicuramente quello che è scritto qui è successo prima.
Dipende solo da noi se questo sarà una riflessione o una profezia."
--
La dottoressa Manski storse il naso. “Ed è questo Dio invisibile, immagino, che ti parla e ti consiglia.”
Le sopracciglia bianche di Insegnante si sollevarono. “Perché Io dovrei ricevere dei favori speciali? Lei sembra dimenticare che tutto è già conosciuto e che la saggezza è a disposizione di tutti noi”
Lei storse di nuovo il naso. “E come? Soltanto ascoltando?”
“E perché no? Ad ognuno di noi è dato un orecchio interiore per ascoltare, se lo vogliamo.
Se non sentiamo è perché abbiamo permesso all’orecchio di diventare sordo.”
Per un momento, ella rimase immobile a guardare prima l’uno e poi l’altro, mentre il suo volto scarno si induriva.
All’improvviso esplose “Di tutte le sciocchezze! Ne ho avuto abbastanza. E piuttosto che sopportare oltre questa storia, preferirei rimanere qui quando ve ne andrete. Correrò il rischio e aspetterò che qualcuno venga a salvarmi.”
--
The Incredible Tide di Alexander Key
----------------------- Tu puoi portare me fuori da rockFM ma non puoi portare rockFM fuori da me.
Stefano Cerati
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"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nella carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantenovemilioni di chilometri, c'è un piccolo, tracurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione."
Da Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams.
Un libro leggero, divertente che riesce comunque a dare qualche spunto di riflessione sugli annosi dubbi di noi poveri umani...chi siamo...da dove veniamo...
----------------------- ...i will have my dreamtime...
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Mi è capitato sotto mano e mi sono ricordata di quando, alle elementari, portavano noi scolaretti a vedere il film.
Dorothy viveva nel cuore delle grandi prateria del Kansas con lo zio Enrico che faceva il fattore e la zia Emma che era sua moglie. Avevano una casetta piccina, perché il legno per costruirla aveva dovuto essere trasportato su un carro per miglia e miglia. C'erano 4 muri, un pavimento ed un tetto che costituivano un'unica stanza, e questa stanza conteneva un vecchio fornella dall'aria arrugginita, una credenza per i piatti, un tavolo, tre o quattro sedie ed i letti. Lo zio Enrico e la zia Emma occupavano un grande letto in un angolo del locale e Dorothy aveva invece un lettino nell'altro angolo. Non c'era nemmeno un solaio, né una cantina vera e propria, ma solo un piccolo vano scavato nel suolo che si chiamava <cantina anticiclone>, dove la famigliuola poteva rifugiarsi nel caso fosse scoppiato uno di quei terribili uragani di quei luoghi, forte abbastanza per abbattere qualsiasi edificio sulla sua strada.
Il mago di Oz L. F. Baum
----------------------- Old songs stay 'til the end.
Sad songs remind me of friends
Qualunque cosa dicano di me i mortali (so bene, signori miei, troppo bene, che la pzzia gode di pessima reputazione anche tra i folli più folli) ebbene sono io la sola, proprio io in carne ed ossa, grazie ai miei poteri sovrannaturali, a infondere serenità nel cuore delgi uomini e degli dei. Ne volete una prova? Eccola.
Non appena ho fatto il mio ingresso al cospetto di questa numerosa assemblea i volti si sono illuminati di una strana e insonsueta allegria. All'improvviso le fronti si sono distese e mi avete accolto con un forte applauso, accompagnato dal vostro lieto sorriso. Ovunque io volga il mio sguardo, scorgo volti che mi paiono ebbri del mio divino nettare, al quale gli dei di Omero abbiano aggiunto sorridendo alcune gocce di nepente, per cancellare ogni tristezza. E fino a poco fa eravate tristi e cupi, come se foste appena usciti dall'antro di Trofonio. E' successo come quando il sole, la mattina, inonda la terra con la sua luce dorata, o dopo il freddo inverno si diffonde l'alito vitale della primavera: la natura rsplende come ringiovanita nei colori, nell'apetto, tutto si rinnova. Ebbene, signori miei, voi pure avete cambiato faccia quando mi sono presentata. Vergognatevi grandi oratori, che per liberare dagli affanni il cuore di chi vi ascolta passate intere notti a scrivere discorsi terribilmente noiosi, e spesso inutili. Guardate me, ci sono riuscita con un solo sguardo.
Da "Elogio della follia", Erasmo da Rotterdam.
Tecnocamente ho un po' superato l'incipit, ma meritava.
"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nella carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantenovemilioni di chilometri, c'è un piccolo, tracurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione."
Da Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams.
Un libro leggero, divertente che riesce comunque a dare qualche spunto di riflessione sugli annosi dubbi di noi poveri umani...chi siamo...da dove veniamo...
Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai
essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci,
finché sei ancora intero. Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla
tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti
iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci
a tirare su due soldi. ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci. Quello che succede qui
all'inizio ti farà incazzare. e poi sarà sempre peggio. Quello che
trovi qui è la stupida storia di un ragazzino stupido.
questo era l'incipit di Soffocare di Chuck Palahniuk
Ma questo è ciò che sarebbe diventato "Conan" di Miyazaki-san! Evvvvvaiiii
Quote From : antlon July 19, 2008, 6:51 pm
"Ad una persona sconosciuta, di una terra da tempo persa – Perché sicuramente quello che è scritto qui è successo prima.
Dipende solo da noi se questo sarà una riflessione o una profezia."
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La dottoressa Manski storse il naso. “Ed è questo Dio invisibile, immagino, che ti parla e ti consiglia.”
Le sopracciglia bianche di Insegnante si sollevarono. “Perché Io dovrei ricevere dei favori speciali? Lei sembra dimenticare che tutto è già conosciuto e che la saggezza è a disposizione di tutti noi”
Lei storse di nuovo il naso. “E come? Soltanto ascoltando?”
“E perché no? Ad ognuno di noi è dato un orecchio interiore per ascoltare, se lo vogliamo.
Se non sentiamo è perché abbiamo permesso all’orecchio di diventare sordo.”
Per un momento, ella rimase immobile a guardare prima l’uno e poi l’altro, mentre il suo volto scarno si induriva.
All’improvviso esplose “Di tutte le sciocchezze! Ne ho avuto abbastanza. E piuttosto che sopportare oltre questa storia, preferirei rimanere qui quando ve ne andrete. Correrò il rischio e aspetterò che qualcuno venga a salvarmi.”
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The Incredible Tide di Alexander Key
----------------------- CORROS A SU CHELU!
Ci scappa di fare del rock, ciccio (School of rock)
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
C'è bisogno di dire cos'è?
Un capolavoro della letteratura mondiale che ho riscoperto (non grazie a Benigni) dopo le delusioni delle superiori: quando si dice che spesso gli insegnanti non riescono a trasmettere l'amore per la loro materia, dopo l'attesa che avevo prima di iniziare a studiarla, la professoressa è riuscita a portarmi a fare forca tutte le volte che che c'era l'ora di Divina Commedia.
----------------------- Keep on Rock FaMily.
Francesco
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The Following 2 Users Say Thank You to francesco For This Useful Post:
Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai
essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci,
finché sei ancora intero. Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla
tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti
iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci
a tirare su due soldi. ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci. Quello che succede qui
all'inizio ti farà incazzare. e poi sarà sempre peggio. Quello che
trovi qui è la stupida storia di un ragazzino stupido.
questo era l'incipit di Soffocare di Chuck Palahniuk
Cha autore ASSURDO, LUCIDO e DELIRANTE al tempo stesso...
Ho letto CAVIE in modo quasi famelico!!!
Incredibile
----------------------- We all live in the gutter, but some of us are looking at the stars. O. Wilde
[quote poster=stealthisnick date=1216886207]Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai
essere da un\'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci,
finché sei ancora intero. Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla
tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti
iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci
a tirare su due soldi. ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci. Quello che succede qui
all\'inizio ti farà incazzare. e poi sarà sempre peggio. Quello che
trovi qui è la stupida storia di un ragazzino stupido.
SUGGERIMENTI???
ALTRI SUOI LIBRI????
Facciamo un bel post sui libri da portarsi in vacanza o esiste già???
Edited by cinghio : July 24, 2008, 10:41 am
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Ma questo è ciò che sarebbe diventato "Conan" di Miyazaki-san! Evvvvvaiiii
Quote From : antlon July 19, 2008, 6:51 pm
"Ad una persona sconosciuta, di una terra da tempo persa – Perché sicuramente quello che è scritto qui è successo prima.
Dipende solo da noi se questo sarà una riflessione o una profezia."
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La dottoressa Manski storse il naso. “Ed è questo Dio invisibile, immagino, che ti parla e ti consiglia.”
Le sopracciglia bianche di Insegnante si sollevarono. “Perché Io dovrei ricevere dei favori speciali? Lei sembra dimenticare che tutto è già conosciuto e che la saggezza è a disposizione di tutti noi”
Lei storse di nuovo il naso. “E come? Soltanto ascoltando?”
“E perché no? Ad ognuno di noi è dato un orecchio interiore per ascoltare, se lo vogliamo.
Se non sentiamo è perché abbiamo permesso all’orecchio di diventare sordo.”
Per un momento, ella rimase immobile a guardare prima l’uno e poi l’altro, mentre il suo volto scarno si induriva.
All’improvviso esplose “Di tutte le sciocchezze! Ne ho avuto abbastanza. E piuttosto che sopportare oltre questa storia, preferirei rimanere qui quando ve ne andrete. Correrò il rischio e aspetterò che qualcuno venga a salvarmi.”
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The Incredible Tide di Alexander Key
Decisamente meglio la versione animata del libro... a mio modesto parere di...
MEGAFANATICOFANSFEGATATO DELL'ANIMAZIONE GIAPPONESE E SPECIALMENTE DELL'ILLUMINATISSIMO, IMMENSO MAESTRO SENSEI HAYAO MIYAZAKI!!!
"Siamo buoni a nulla, ma capaci di tutto" - Jim Morrison
"La saga dei Led Zeppelin inizia nel 1943, nel mezzo del blackout e del duro razionamento degli anni della guerra. Un impiegato di un'officina di aeronautica di nome James Page sposò Patricia Elizabeth Gaffikin, segretaria di un ufficio medico. Il 9 gennaio 1944, Patricia diede alla luce il suo unico figlio, James Patrick Page, a Heston, nel Middlesex. Dopo la guerra, il padre trovò impiego come capo personale in una fabbrica e la famiglia Page andò a vivere a Feltham, nei pressi dell'aeroporto di Heathrow, a ovest di Londra. A metà degli anni Cinquanta la famiglia Page si trasferì a Epsom (nel Surrey), una tranquilla località circondata da panorami bucolici e corse di cavalli."
Questo era l'incipit di "Il martello degli dei - la saga dei led zeppelin" di Stephen Davis, letto direttamente da Giulio per strada, in Via Locatelli, il 31 maggio 2008. Mi sembrava bello iniziare con questo.
esagero, 2!
ma sto leggendo molto in questo periodo
Avevo la pasta sul fuoco in cucina, quando squillò il telefono. Alla radio davano la Gazza ladra di Rossini, il sottofondo musicale ideale per prepararsi un piatto di spaghetti, e io l'accompagnavo fischiando. Fui tentato di non rispondere, gli spaghetti erano quasi cotti, e Claudio Abbado stava giusto per portare l'orchestra filarmonica di Londra all'apice dell'intensità drammatica. Pazienza, mi rassegnai ad abbassare il fuoco, andai nel soggiorno e sollevai il ricevitore. Poteva anche essere un conoscente con qualche nuova proposta di lavoro.
Questo era l'incipit de L'uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami
Nella primavera del suo ventiduesimo anno, Sumire si innamorò per la prima volta nella vita. Fu un amore travolgente come un tornado che avanza inarrestabile su una grande pianura. Spazzò via ogni cosa, trascinando in un vortice, lacerando e facendo a pezzi tutto ciò che trovò sulla sua strada, e dietro non si lasciò nulla. Poi, senza aver perso nemmeno un grado della sua forza, attraversò il Pacifico, distrusse senza pietà Angkor Wat e incendiò una foresta indiana con le sue sfortunate tigri. In Persia si trasformò in una tempesta del deserto e seppellì sotto la sabbia un'esotica città-fortezza. Fu un amore straordinario, epocale. La persona di cui Sumire si era innamorata aveva diciassette anni più di lei ed era sposata. E come se non bastasse, era una donna. È da qui che tutto cominciò, ed è qui che tutto (o quasi) finì.
Questo era l'incipit de La ragazza dello Sputnik di Haruki Murakami
----------------------- Voglio farti un discorso sulla famiglia
Quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alle virtù
E adesso ripeti insieme a me: Santa famiglia...
Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del
giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per
considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara.
Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là. Sulle
rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un
Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca
corrente. Si disegnavano all'orizzonte le sagome sfatte di qualche
diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I
Normanni bevevan calvadòs.
Il Duca d'Auge sospirò pur senza interrompere l'attento esame di quei fenomeni consunti.
Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes,
i Romani disegnavano greche, i Francesi suonavano lire, i Saracineschi
chiudevano persiane. I Normanni bevevano calvadòs.
- Tutta questa storia, - disse il Duca d'Auge al Duca d'Auge, -
tutta questa storia per un po' di giochi di parole, per un po'
d'anacronismi: una miseria. Non si troverà mai una via d'uscita?
incipit de "I fiori blu" di Raymond Queneau
en français
Le vingt-cinq septembre douze cent
soixante-quatre, au petit jour, le duc d'Auge se pointa sur le sommet
du donjon de son château pour y considérer, un tantinet soit peu, la
situation historique. Elle était plutôt floue. Des restes du passé
traînaient encore çà et là, en vrac. Sur les bords du ru voisin,
campaient deux Huns; non loin d'eux un Gaulois, Éduen peut-être,
trempait audacieusement ses pieds dans l'eau courante et fraîche. Sur
l'horizon se dessinaient les silhouettes molles de Romains fatigués, de
Sarrasins de Corinthe, de Francs anciens, d'Alains seuls. Quelques
Normands buvaient du calva.
Le duc d'Auge soupira mais n'en continua pas moins d'examiner attentivement ces phénomènes usés.
Les Huns préparaient des stèques
tartares, le Gaulois fumait une gitane, les Romains dessinaient des
grecques, les Sarrasins fauchaient de l'avoine, les Francs cherchaient
des sols et les Alains regardaient cinq Ossètes. Les Normands buvaient
du calva.
- Tant d'histoire, dit le duc d'Auge au
duc d'Auge, tant d'histoire pour quelques calembours, pour quelques
anachronismes. Je trouve cela misérable. On n'en sortira donc jamais ?
Nel tardo autunno di quell'anno 1938 mi trovavo in piena crisi di misantropia. Risiedevo a Torino e la "tota" n.1, frugando nelle mie tasche alla ricerca di un qualche biglietto da cinquanta lire, aveva, mentre dormivo, scoperto anche una letterina della "tota" n.2 che pur attraverso scorrettezze ortografiche non lasciava dubbi circa la natura delle nostre relazioni.
Il mio risveglio era stato immediato e burrascoso.........
incipit di la sirena, di giuseppe tomasi di lampedusa in i racconti, ed. la feltrinelli.
----------------------- Brother will kill brother
Spilling blood across the land
killing for religion
Something i don't understand
Ci sono molti quadri enigmatici di cui ho sempre voluto conoscere il vero significato, ma ce n'è uno, L'Urlo, del pittore norvegese Edvard Munch, il cui orrore ha paralizzato qualunque desiderio di indagare. Ora so cosa urla quel viso stravolto da un'espressione che riunusce tutto l'umano terrore, l'umana paura, l'umano abbandono. Urla: "MALEDETTE LE GUERRE E LE CANAGLIE CHE LE FANNO"
Chiudi gli occhi e fissa il vuoto.
Il consiglio di mio padre quando non riuscivo a dormire da piccola. Ora non vorrebbe che lo facessi, ma ho deciso di provarci lo stesso. Fisso quell’incommensurabile oscurità che si estende ben oltre le mie palpebre chiuse. Benché sia sdraiata a terra immobile ho la sensazione di essere appollaiata su un punto altissimo, mentre afferro una stella nel cielo notturno con le gambe che penzolano sopra un freddo e nero nulla. Do un ultimo sguardo alle mie dita strette attorno alla luce e poi lascio andare. Vado giù, precipito, fluttuo e di nuovo precipito, aspettando di atterrare nella terra promessa.
Come quando ero una bambina che lottava contro il sonno, anche adesso so che dietro la sottile barriera delle mie palpebre abbassate ci sono i colori. Mi deridono, mi sfidano ad aprire gli occhi e perdere il sonno. Bagliori di rosso e ambra, giallo e bianco punteggiano l’oscurità. Mi rifiuto di aprirli. Mi ribello e strizzo le palpebre più forte per bloccare i granelli di luce, semplici distrazioni che ci tengono svegli, ma anche il segno che oltre c’è vita.
In me però non c’è vita. Non ne sento alcuna dal punto in cui sono sdraiata, in fondo alla rampa di scale. Ora il mio cuore batte più forte, l’unico combattente rimasto in piedi sul ring, un guantone che pompa vittoriosamente in aria rifiutando di arrendersi. È l’unica parte di me a cui importi qualche cosa, l’unica a cui sia mai importato. Lotta per spingere il sangue in circolo nel tentativo di curarmi, di rimpiazzare quello che sto perdendo, che però abbandona il mio corpo con la stessa velocità con cui viene immesso, formando un profondo oceano nero attorno a me proprio dove sono caduta.
Corre via, via, via. Siamo sempre di corsa. Il tempo non ci basta mai qui, ci affanniamo continuamente per arrivare là. Saremmo dovuti andare via di qui cinque minuti fa, dovremmo essere là già adesso. Il telefono squilla di nuovo e ne riconosco l’ironia. Avrei potuto prendermi il tempo che serviva e rispondere adesso.
Adesso, non allora.
[i]Questo era l'incipit di Grazie dei ricordi di Cecelia Ahern
Edited by giulio : August 30, 2008, 11:20 am
----------------------- Voglio farti un discorso sulla famiglia
Quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alle virtù
E adesso ripeti insieme a me: Santa famiglia...
"Nel marzo del 1933,la California del sud all'improvviso prese a ballare al ritmo di un rock and roll che risuonava dal ventre della terra. I soprammobili danzarono sulle mensole dei caminetti prima di schiantarsi a terra. Le finestre andarono in frantumi e precipitarono a cascata sui marciapiedi. Le case di canniccio intonacato scricchilarono accartocciandosi, prima su un lato e poi sull'altro, come scatole di fiammiferi. Gli edifici di mattoni restarono in piedi finchè non furono sopraffatti dalle vibrazioni, e poi rovinarono al suolo sparendo in cumuli di calcinacci e nuvole di polvere. Il Long Beach Civic Auditorium crollò, e in molti restarono uccisi. In seguito mi raccontarono che ero stato concepito nel momento preciso in cui la terra aveva tremato"
questo è L'incipit di " Educazione di una canaglia" di Edward Bunker
Bel topic... è come se avessi passato un'oretta dalla Feltrinelli!
----------------------- It's only rock'n'roll but I like it
Foyle scrutò il vecchio, fece un passo verso lui e poi si fermò, a pugni chiusi. Nel crescere dell'ira, il suo pomo d'Adamo cominciò ad andare su e giù. E Jisbella, guardando Foyle, urlò d'orrore, perché sul suo viso era tornato l'antico tatuaggio, rosso sangue sul candore della pelle, scarlatto invece che nero: una vera maschera da tigre nel disegno e nel colore.
- Gully! -urlò lei. - Mio Dio! La tua faccia!
Foyle la ignorò e continuò a fissare Joseph, mentre il vecchio faceva gesti imploranti, li invitava a entrare all'interno dell'asteroide. Poi scomparve. Solo a quel punto Foyle si girò verso Jisbella e chiese: - Cosa? Cosa hai detto?
questo è l'incipit de La tigre della notte di Alfred Bester
----------------------- I like the Whopper, fuck the Big Mac
Per iniziare il mio viaggio, che compio da solo, sono arrivato con la nave a Istambul. In questi giorni, ai primi di luglio, c'è molto caldo e la grande metropoli mi appare più soffocante e implacabile di altre volte. C'è anche quì, ma in forme più rozze e peggiori , quell'ansia degli uomini d'oggi di inseguire il tempo, il danaro; un'ansia produttiva come nelle citàà europee.
questo era l'incipit di Viaggio a Samarcanda di Eugenio Turri
"Succedeva sempre che a un certo punto alzava la testa....e la vedeva. E' una cosa difficile da capire. Voglio dire...Ci stavamo in piu' di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi....Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo....la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte....magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni...alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare... e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava -piano e lentamente-: l'America."
Novecento- A. Baricco
----------------------- "anche nella stupidita' ci vuole un po' di fantasia" G.L.Ferretti
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L'imputato aveva il labbro spaccato, gli occhi pesti, il naso rotto e gonfio con due tamponi emostatici che spuntavano dalle narici e lo costringevano a respirare con la bocca. I due agenti della polizia penitenziaria che lo sorreggevano dovettero aiutarlo a sedersi. Era conciato male. Il giudice, seccato, guardò l'avvocato per cercare di capire se avrebbe tentato di rinviare l'interrogatorio. L'altro lo rassicurò alzando le spalle. Il suo cliente aveva ben altri problemi a cui pensare. Il giudice, sollevato, dettò al cancelliere le generalità dei presenti e chiese all'imputato se intendeva sottoporsi all'interrogatorio. R.B. si voltò verso il difensore che lo incoraggiò con un plateale cenno della mano. "Si" rispose a fatica...
Questo era l'incipit de: L'Oscura Immensità Della Morte di Massimo Carlotto
"Quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali lessi che i boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede. Meditai a lungo sulle avventure della jungla. E tracciai il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno... Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno le spaventava. Ma mi risposero: Spaventare. Perché mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?"
" Si sa, capita a tanta gente, ma non si pensa mai che potrebbe capitare a noi. Questo era sempre stato anche il mio atteggiamento. così, quando capitò a me, ero impreparato come tutti e in un primo momento fu come se davvero succedesse a qualcun altro. - Signor Terzani, lei ha il cancro - , disse il medico, ma era come non parlasse a me, tanto è vero (e me ne accorsi subito, meravigliandomi) che non mi disperai, non mi commossi: come se in fondo la cosa non mi riguardasse. Forse quella prima indifferenza fu solo un'istintiva forma di difesa, un modo per mantenere un contegno, per prendere le distanze, ma mi aiutò. Riuscire a guardarsi con gli occhi di un sé fuori da un sé serve sempre. Ed è un esercizio, questo, che si può imparare."
Questo è l'incipit di " Un altro giro di giostra " di Tiziano Terzani
----------------------- It's only rock'n'roll but I like it
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"Conservo tutto del mio amore. Tranne i piedi, che non sono entrati nella cassapanca"
Gormenghast,ovvero l'agglomerato centrale della costruzione originaria, avrebbe esibito, preso in se', una certa qual massiccia corposita' architettonica, se fosse stato possibile ignorare il nugolo di abitazioni miserande che pullulavano lungo il circuito esterno delle mura inerpicandosi su per il pendio, semiaddossate le une alle altre, fino alle bicocche piu' interne che, trattenute dal terrapieno del castello, si puntellavano alle grandi mura aderendovi come patelle a uno scoglio. Questa fredda intimita' con la mole incombente della fortezza era concessa alle abitazioni da leggi antichissime. Sui tetti irregolari cadeva, col variare delle stagioni, l'ombra dei contrafforti smangiati dal tempo, delle torrette smozzicate o eccelse e, enorme fra tutte, l'ombra del Torrione delle Selci che, pezzato qua e la' di edera nera, sorgeva dai pugni di pietrame nocchiuto come un dito mutilato, puntando come una bestemmia verso il cielo.
questo era l'incipit di "Tito di Gormenghast" di Mervyn Peake
"Ventiquattro schiavi mori spingevano remando la sfarzosa galera che doveva portare il principe Amgiad al palazzo del califfo. Ma il principe, avvolto nel suo mantello di porpora, se ne stava solo, sdraiato in coperta, sotto l'azzurro cupo del cielo notturno disseminato di stelle e il suo sguardo..." La piccola aveva letto fin lì ad alta voce; ora, quasi all'improvviso, le si chiusero gli occhi. I genitori si guardarono sorridendo...
Tutti lo credevano morto. Nel 1988, quando pubblicai il libro sui suoi film, di hector Mann non si avevano più notizie da quasi sessant'anni. Salvo un pugno di storici e patiti del cinema di un tempo, pochi sembravano anche solo al corrente che fosse esistito. Doppio o niente, l'ultima delle dodici comiche realizzate da Mann sullo scorcio finale del periodo del muto, apparve in sala il 23 novembre 1928. Due mesi dopo, senza aver salutato nemmeno uno dei suoi amici e compagni di lavoro, senza aver lasciato una lettera o informato chicchessia dei suoi progetti, uscì dalla sua casa di North Orange Drive e non fu mai più visto.
questo era l'incipit di "Il libro delle illusioni" di Paul Auster
posterò gli incipit dei libri che leggo o rileggo al momento...
"...Noi eravamo i bimbi del mare, ma il mare a noi non ci toccava...Ci andavano i bimbi di città, che erano diecimila volte meglio di noi...Avevano nomi tipo Gianrico o Martino o Sebastiano, e mamme clamorose li lasciavano in spiaggia tutto il giorno...Li imbottivano di soldi e non volevano nemmeno sapere dove stavano, basta che stessero da un'altra parte...Le mamme di città arrivavano in Versilia a metà giugno, i mariti le raggiungevano solo in agosto, quando qualcuno l'ha già imbalsamate per bene, diceva il signore dell'edicola vicina alla chiesa... Per il maschio locale, andare con una villeggiante è sempre stato il massimo...Tutto quello che si poteva raccattare da quella gente andava bene...Una mancia,una camicia smessa, una mamma zoccola e annoiata...
Le nostre mamme invece lavoravano l'estate anche più dell'inverno,e se per caso c'era qualcuno che imbalsamava pure loro, di sicuro le trovava molto meno fresche di quelle in villeggiatura, che dei figli sembravano sorelle maggiori...
...Insomma, il mare toccava a quella gente lì, e noi l'estate la spendevamo al buio della sala giochi..."
Questo era l'incipit di Versilia Rock City di Fabio Genovesi.
Edited by cassandra : September 13, 2008, 4:17 pm
----------------------- my yellow brain
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" Ho sempre amato contemplare le nuvole. Niente in natura può competere con la loro mutevolezza e la loro scenografica teatralità. Niente possiede la stessa bellezza effimera e sublime. Se certi meravigliosi tramonti dietro una cortina di altocumuli dovessero dispiegarsi in cielo solo una volta ogni venticinque anni, entrerebbero senza dubbio a far parte delle leggende di tutti i tempi".
Cloudspotting. Una guida per i contemplatori di nuvole. Gavin Pretor-Pinney
----------------------- Old songs stay 'til the end.
Sad songs remind me of friends
"Conservo tutto del mio amore. Tranne i piedi, che non sono entrati nella cassapanca"
Autunno era arrivato e aveva ripreso il suo posto. Dell'ultima estate, del suo clima insolito e delle migliaia di morti per il caldo che avevano nutrito le pagine dei giornali e animato le conversazioni sotto l'ombrellone di improvvisati esperti di meteorologia, a Mediterranea non si parlava più. Era un pomeriggio di ottobre. Viale dei Gloriosi Liberatori era intasato di automobili impazzite per la pioggia che strombazzavano rabbiosamente cercando di guadagnare qualche metro nei due serpentoni che muovevano in direzioni opposte: l'uno verso il Ponte della Grande Vittoria e il vecchio centro di Mediterranea, l'altro verso i sobborghi nord-occidentali e il quartiere residenziale di MediLand, dove gli sfavillanti centri commerciali erano pattugliati giorno e notte da milizie private, equipaggiate come se dovessero combattere una guerra.
Questo era l'incipit di "La città degli uomini soli" di Marco Innocenti.
E' un libro uscito quest'anno e l'autore è un giovane scrittore di Pisa. L'ho letto ieri sera e mi ha proprio preso.
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Due libri sul mio comodino, una rilettura ed una nuova uscita.
"Il venditore di parafulmine arrivò subito prima del temporale. Avanzava lungo la via di Green Town, in illinois, in un tardo pomeriggio nuvoloso d'ottobre, volgendosi a lanciare occhiate furtive alle proprie spalle. Non molto lontano, folgori immani calpestavano la terra. Non molto lontano, era impossibile negare la presenza di un temporale, simile a una grande belva dai denti terribili. E il venditore faceva tintinnare e sferragliare la grade valigia di cuoio nella quale dormivano invisibile grandi rompicapi di ferro che la sua lingua evocava di porta i porta: fino a quando giunse finalmente in una prato che era completamente sbagliato."
R. Bradbury Il popolo dell'autunno.
"E' strano vedere un'intera specie- miliardi di persone- ascoltare combinazioni di note prive di significato e giocare con esse:miliardi di persone che dedicano buona parte del loro tempoa quella che chiamano "musica", lasciando che essa occupi completamente i loro pensieri. Questo, se non altro, era un aspetto degli esseri umani che sconcertava i Superni, gli alieni dall'intelletto superiore descritti da A. C. Clarke nel romanzo le Guide del Tramonto. Spinti dalla curiosità, essi scendono sulla Terra per assistere ad un concerto, ascoltano educatamente e alla fine si congratulano con il compositore per la sua grande creatività - sebbene per loro l'intera faccenda rimanga incomprensibile. Questi alieni non riescono a concepire che cosa accada agli esseri umani quando fanno o ascoltano musica, perchè in loro non accade proprio nulla: in quanto specie, sono creature senza musica."
Musicofilia. Oliver Sacks
----------------------- Old songs stay 'til the end.
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I may be cynical when I say that very rarely is the beloved more than a shaping spirit for the lover’s dreams. And perhaps such a thing is enough. To be a muse may be enough. The pain is when the dreams change, as they do, as they must. Suddenly the enchanted city fades and you are left alone again in the windy desert. As for your beloved, she didn’t understand you. The truth is, you never understood yourself.
Jeanette Winterson - "Sexing the cherry"
Eclettica.........
----------------------- "Finchè ci saranno i macelli, ci saranno campi di battaglia." www.viverevegan.org
"L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì. Il deserto era l'apoteosi di tutti i deserti, sconfinato, vasto fino a traboccare nel cielo per quella che sembrava un'eternità in tutte le direzioni. Era bianco e accecante e arido, amorfo salvo che per l'abbozzo labile e nebuloso delle montagne all'orizzonte e per l'erba diavola che portava dolci sogni, incubi, morte. A indicare la via appariva di tanto in tanto una lapide, perché un tempo la pista semicancellata scavata nella spessa crosta alcalina era stata una strada importante, percorsa da carri e corriere. Da allora il mondo era andato avanti. Il mondo si era svuotato. ..."
Questo è l'incipit de: "L'ultimo Cavaliere", il primo volume della saga della "Torre Nera"di Stephen King
Edited by Masso_the_big : November 20, 2008, 5:04 pm
----------------------- Strade? Dove stiamo andando non c'è bisogno di strade.
Oggi la mamma è morta.O forse ieri,non so.Ho ricevuto un telegramma dall\'ospizio:\"Madre deceduta.Funerali domani.Distinti saluti\". Questo non dice nulla:è stato forse ieri.
Quote From : cornalcielo September 6, 2008, 4:27 pm
" Si sa, capita a tanta gente, ma non si pensa mai che potrebbe capitare a noi. Questo era sempre stato anche il mio atteggiamento. così, quando capitò a me, ero impreparato come tutti e in un primo momento fu come se davvero succedesse a qualcun altro. - Signor Terzani, lei ha il cancro - , disse il medico, ma era come non parlasse a me, tanto è vero (e me ne accorsi subito, meravigliandomi) che non mi disperai, non mi commossi: come se in fondo la cosa non mi riguardasse. Forse quella prima indifferenza fu solo un'istintiva forma di difesa, un modo per mantenere un contegno, per prendere le distanze, ma mi aiutò. Riuscire a guardarsi con gli occhi di un sé fuori da un sé serve sempre. Ed è un esercizio, questo, che si può imparare."
Questo è l'incipit di " Un altro giro di giostra " di Tiziano Terzani
Questo libro l'ho letto in un anno...intervallato da altri....era veramente troppo reale, non mi faceva dormire...................bello e toccante..........
----------------------- "anche nella stupidita' ci vuole un po' di fantasia" G.L.Ferretti
Oddio, pensò, nuda nel letto, mentre rileggeva il libro di Aldington Ritratto Di UnGenio, ...ma è un impostore! Non D.H. Lawrence, ma suo marito- Henry- con quel gingillo di pancione e i capelli che non si pettinava mai e l'abitudine di gironzolare in mutande, e quella di starsene nudo alla finestra ululando come un muezzin; poi le diceva che si stava trasformando in un rospo e che voleva comprarsi un xxxxxx e voleva essere vecchio e affogarsi in mare, e che si sarebbe fatto crescere la barba e sentiva che si stava trasformando in una donna. ...
Questo era l'incipit di: CONFESSIONI DI UN CODARDO, di Charles Bukowski
----------------------- Szeretem a Rock Family-t
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"Conservo tutto del mio amore. Tranne i piedi, che non sono entrati nella cassapanca"
L'ultracentenaria stazione di montagna appare morente e trascurata. Le mura esterne, dipinte tante tempo fa con una sgargiante vernice violacea, marciscono per umidità e per incuria. Erbacce e ruggine si contendono i pochi centimentri quadrati di superfici e di strutture ancora salubri. Sporcizia, lattine vuote e cartacce impregnano gli sconnessi pavimenti del minuscolo androne.
Questo era l'incipit di "La stazione del dio del suono" di Danilo Arona
...sempre voluto aggiungere qualcosa, ma avuto sempre poco tempo per farlo...eccomi ora
"It was a pleasure to burn
It was a special pleasure to see things eaten, to see things blackened and changed. With the brass nozzle in his fists, with the great python spitting its venomous kerosene upon the wolrd, the blood pounded in his head, and his hands were the hands of some amazing conductor playing all the symphonies of the blazing and burning to bring down the tatters and charcoal ruins of history."
questo era l'incipit di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury nella sua lingua d'origine con la quale si esprime appieno tutta la poesia che c'è dentro, se non lo avete mai letto così, ve lo consiglio caldamente...
questo era l'incipit di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury nella sua lingua d'origine con la quale si esprime appieno tutta la poesia che c'è dentro, se non lo avete mai letto così, ve lo consiglio caldamente...
In assoluto uno dei miei migliori autori e ovviamente libri
----------------------- Old songs stay 'til the end.
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Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava ad ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il telo di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma nn ce n'era. Nel sogno da cui si era svegliato vagava in una caverna con il bambino che lo guidava tenedolo per mano. Il fascio di luce della torcia danzava sulle pareti umide piene di concrezioni calcaree. Come viandanti di una favola inghiottiti e persi nelle viscere di una bestia di granito. Profonde gole di pietra dove l'acqua sgocciolava e moromorava. I minuti della terra scanditi nel silenzio, le sue ore, i giorni, gli anni senza sosta. Poi si ritrovarono in una grande sala di pietra dove si apriva un lago nero ed antico.
"Questo era l'incipit di: " La Strada" di Cormac McCarthy.
CHEERS!!!!
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Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete.
Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell'aria,lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini.Ma a terra le teste si spaccavano come se fossero crani veri.Ed erano crani.
questo era l'incipit di Gomorra, di Roberto Saviano
(magari uqlacuno l'ha già citato)
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questo era l'incipit di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury nella sua lingua d'origine con la quale si esprime appieno tutta la poesia che c'è dentro, se non lo avete mai letto così, ve lo consiglio caldamente...
c'era anche un intenso film di francois truffaut tratto da quel libro, una dichiarazione d'amore ai libri stessi e alla memoria
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c'era anche un intenso film di francois truffaut tratto da quel libro, una dichiarazione d'amore ai libri stessi e alla memoria
quoto un film di una bellezza disarmante,
anche se Truffaut non introdusse il segugio meccanico, che per me era l'espressione massima di un mondo aridamente tecnologico tanto da sostituire un animale domestico con un robot...ma forse era solo per la difficolta' di realizzare qualcosa di credibile a quel tempo.
E comunque...alla fine, il libro è del 1953...quanto di quello che Bradbury intravedeva del futuro si è realizzato, su quello che dice della televisione o dei cartelli pubblicitari...la cosa mi ha sempre lasciato preoccupantemente stupefatto...
c'era anche un intenso film di francois truffaut tratto da quel libro, una dichiarazione d'amore ai libri stessi e alla memoria
quoto un film di una bellezza disarmante,
anche se Truffaut non introdusse il segugio meccanico, che per me era l'espressione massima di un mondo aridamente tecnologico tanto da sostituire un animale domestico con un robot...ma forse era solo per la difficolta' di realizzare qualcosa di credibile a quel tempo.
E comunque...alla fine, il libro è del 1953...quanto di quello che Bradbury intravedeva del futuro si è realizzato, su quello che dice della televisione o dei cartelli pubblicitari...la cosa mi ha sempre lasciato preoccupantemente stupefatto...
concordo.. sia sul libro che sul film... entrambi me li ha fatti conoscere la mia prof di inglese del liceo.. la stessa che ci faceva ascoltare gli iron maiden a lezione.. =)
concordo.. sia sul libro che sul film... entrambi me li ha fatti conoscere la mia prof di inglese del liceo.. la stessa che ci faceva ascoltare gli iron maiden a lezione.. =)
...gli iron a lezione?! che bello!! al max a me facevano ascoltare au clair de la lune... e altre canzoni in francese da un vecchio mangianastri da cui uscivano solo sibili... per quello avevo le cuffie del mio fedele walkman e ascoltavo gli iron....
----------------------- Brother will kill brother
Spilling blood across the land
killing for religion
Something i don't understand
concordo.. sia sul libro che sul film... entrambi me li ha fatti conoscere la mia prof di inglese del liceo.. la stessa che ci faceva ascoltare gli iron maiden a lezione.. =)
...gli iron a lezione?! che bello!! al max a me facevano ascoltare au clair de la lune... e altre canzoni in francese da un vecchio mangianastri da cui uscivano solo sibili... per quello avevo le cuffie del mio fedele walkman e ascoltavo gli iron....
sì, ascoltavamo canzoni legate al programma.. tipo "rime of the ancient mariner" o "brave new world".. e poi bob dylan, de andré... e vedevamo film (anche frankestein jr).. andavamo a teatro (la sera).. molto bello...
concordo.. sia sul libro che sul film... entrambi me li ha fatti conoscere la mia prof di inglese del liceo.. la stessa che ci faceva ascoltare gli iron maiden a lezione.. =)
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sì, ascoltavamo canzoni legate al programma.. tipo "rime of the ancient mariner" o "brave new world".. e poi bob dylan, de andré... e vedevamo film (anche frankestein jr).. andavamo a teatro (la sera).. molto bello...
Cezky, questa insegnante, come minimo deve iscriversi alla Family!!!
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concordo.. sia sul libro che sul film... entrambi me li ha fatti conoscere la mia prof di inglese del liceo.. la stessa che ci faceva ascoltare gli iron maiden a lezione.. =)
...gli iron a lezione?! che bello!! al max a me facevano ascoltare au clair de la lune... e altre canzoni in francese da un vecchio mangianastri da cui uscivano solo sibili... per quello avevo le cuffie del mio fedele walkman e ascoltavo gli iron....
sì, ascoltavamo canzoni legate al programma.. tipo "rime of the ancient mariner" o "brave new world".. e poi bob dylan, de andré... e vedevamo film (anche frankestein jr).. andavamo a teatro (la sera).. molto bello...
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ehehheeh se la sento magari glielo dico sul serio =)..
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...scusate anche il mio secondo incipit è in inglese...
\"Once upon a time, a civil activist Dick Gregory went into a restaurant and ordered some chicken. Three or four men who wore pointy white hoods for their nighttime fashion statement presently came into the restaurant and said, (I’m paraphrasing here) “Yo, boy. Anything y’do tah dat chicken, we’re gonna do tah yoo.”
Mr. Gregory looked at the chicken on the plate before him and was silent. The men repeated, Anything y’do tah dat chicken, we’re gonna do tah yoo.\"
Everybody in the restaurant stopped what they were doing and stared. Mr. Gregory sighed, picked up the chicken and gave it a big ol’, sweet ol’ kiss.\"
Questo era l’incipit di Cunt, a declaration of indipendence di Inga Muscio
...lo consiglio a tutte le donne e non solo...
p.s. michy mi mancano i tuoi incipit!!
----------------------- "Finchè ci saranno i macelli, ci saranno campi di battaglia." www.viverevegan.org
Dove sono oggi i Pequot? Dove sono i Narragansett, i Mohicani, i Pokanokei e molte altre tribù del nostro popolo, un tempo potenti? Essi sono scomparsi a causa della cupidigia e dell'oppression dell'Uomo Bianco, come neve al sole d'estate.
Ci lasceremo distruggere a nostra volta senza lottare, rinunceremo alle nostre case, al nostro paese assegnatoci in eredità dal Grande Spirito, alle tombe dei nostri morti e ogni cosa che ci è cara e sacra? Sono certo che griderete con me: <MAI! MAI!>.
questo era l'incipit di "Seppellite il mio cuore a Wounded Knee" di Dee Brown
concordo.. sia sul libro che sul film... entrambi me li ha fatti conoscere la mia prof di inglese del liceo.. la stessa che ci faceva ascoltare gli iron maiden a lezione.. =)
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sì, ascoltavamo canzoni legate al programma.. tipo "rime of the ancient mariner" o "brave new world".. e poi bob dylan, de andré... e vedevamo film (anche frankestein jr).. andavamo a teatro (la sera).. molto bello...
Cezky, questa insegnante, come minimo deve iscriversi alla Family!!!
ehehheeh se la sento magari glielo dico sul serio =)..
altro che iscriversi alla family... questa va fatta ma ministro della pubblica istruzione!!
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"La saga dei Led Zeppelin inizia nel 1943, nel mezzo del blackout e del duro razionamento degli anni della guerra. Un impiegato di un'officina di aeronautica di nome James Page sposò Patricia Elizabeth Gaffikin, segretaria di un ufficio medico. Il 9 gennaio 1944, Patricia diede alla luce il suo unico figlio, James Patrick Page, a Heston, nel Middlesex. Dopo la guerra, il padre trovò impiego come capo personale in una fabbrica e la famiglia Page andò a vivere a Feltham, nei pressi dell'aeroporto di Heathrow, a ovest di Londra. A metà degli anni Cinquanta la famiglia Page si trasferì a Epsom (nel Surrey), una tranquilla località circondata da panorami bucolici e corse di cavalli."
Questo era l'incipit di "Il martello degli dei - la saga dei led zeppelin" di Stephen Davis, letto direttamente da Giulio per strada, in Via Locatelli, il 31 maggio 2008. Mi sembrava bello iniziare con questo.
L'ho acquistato, non vedo l'ora di leggerlo ....Wow
----------------------- Old songs stay 'til the end.
Sad songs remind me of friends
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Era il 38 luglio e faceva molto caldo: era scoppiata l'afa quando all'elettrotecnico le venne una grossa idea, si sdraiò per terra e si fece passare su un camion con rimorchio ma non si fece niente perchè in tasca aveva un portafortuna: un piede di porco a pila che gli aveva regalato sua zia Woller.
"La saga dei Led Zeppelin inizia nel 1943, nel mezzo del blackout e del duro razionamento degli anni della guerra. Un impiegato di un'officina di aeronautica di nome James Page sposò Patricia Elizabeth Gaffikin, segretaria di un ufficio medico. Il 9 gennaio 1944, Patricia diede alla luce il suo unico figlio, James Patrick Page, a Heston, nel Middlesex. Dopo la guerra, il padre trovò impiego come capo personale in una fabbrica e la famiglia Page andò a vivere a Feltham, nei pressi dell'aeroporto di Heathrow, a ovest di Londra. A metà degli anni Cinquanta la famiglia Page si trasferì a Epsom (nel Surrey), una tranquilla località circondata da panorami bucolici e corse di cavalli."
Questo era l'incipit di "Il martello degli dei - la saga dei led zeppelin" di Stephen Davis, letto direttamente da Giulio per strada, in Via Locatelli, il 31 maggio 2008. Mi sembrava bello iniziare con questo.
L'ho acquistato, non vedo l'ora di leggerlo ....Wow
E' FANTASTICO!
DA QUANDO L'HO LETTO LI ADORO ANCOR DI PIU'
VEDRAI L'EPISODIO DELL'INCONTRO CON ELVIS PRESLEY....UNO SPASSO
Complimenti per l'ottima scelta! Questo manuale la aiuterà ad usare il suo nuovo apparecchio in modo chiaro e corretto... Se dopo 3 minuti di consultazione di questo libretto di istruzioni, ha l'impressione di non aver capito una emerita mazza, e avverte un dolore alla testa, non bestemmi e non maledica la nostra azienda, ma, per favore, vada immediatamente alla sezione Easy Start (avvio rapido) ...buon divertimento!
Questo era l'incipit di un qualunque libretto di istruzioni.
(la lettura preferita da molti... ...contenti loro... )
Non avevomai sognato prima il mio amico e el vederlo mi è parso strano che fosse ancora vivo. Aveva l'aspetto di sempre, fuorché per quell'orbita vuota.
Non sei mortoì? gli ho chiesto.
Stavo per farlo, mi ha detto, ma a trattenermi è stata la mia voce.
Gli amanti fiamminghi. P.Maurensig
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Per l'ennesima volta si era messo a rileggere Alice nel Paese delle Meraviglie, ma a un certo punto l'afa gli aveva impedito di concentrarsi. Le parole gli si scioglievano davanti agli occhi per poi ricomporsi, il sonno lo ghermiva e lo lasciava andare, simile a dita di una mano che si infilano in un guanto e subito se ne ritraggono.
Assonnato, ma pur sempre rigoroso nelle sue abitudini, depose il libro, uscì dalla squallida camera d'albergo - gli egiziani, laggiù al Cairo, la consideravano un posto di classe - e scese in strada nel cuore della notte.
In Un Tempo Freddo E Oscuro (Joe R. Lansdale)
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Appena finii al riformatorio mi misero a correre la maratona. Immagino pensassero che avevo proprio il fisico adatto perchè ero lungo e magro per la mia età (e lo sono ancora) e in ogni caso non mi dispiaceva troppo, a dirvi la verità, perchè nela nostra famiglia si era sempre corso molto, soprattutto per sfuggire alla polizia.
questo era l'incipit di La solitudine del maratoneta
di Alan Sillitoe
in Inglese The loneliness of the long distance runner
"Conservo tutto del mio amore. Tranne i piedi, che non sono entrati nella cassapanca"
Carcere di.... Distretto penitenziario n.45. Report del Direttore, dr Alphonse Berenger. 23 nov. c.a. All'attenzione dell'Ufficio del Procuratore Generale J.B.Marin
Oggetto: CONFIDENZIALE.
Gentile signor Marin, mi permetto di scriverLe per segnalare lo strano caso di un detenuto. Il soggetto in questione è il numero di matricola RK-357/9. Ormai ci riferiamo a lui solo in questo modo, visto che non ha mai voluto fornire le proprie generalità. Il fermo di polizia è avvenuto il 22 ottobre. L'uomo vagava di notte - solo e senza vestiti - in una strada di campagna nella regione di ..... . Il confronto delle impronte digitali con quelle contenute negli archivi ha escluso il suo coinvolgimento in precedenti reati o in crimini rimasti irrisolti. Tuttavia il reiterato rifiuto a rivelare la propria identità, anche davanti a un giudice, gli è valso una condanna a quattro mesi e diciotto giorni di reclusione.
Questo era l'incipit di "Il Suggeritore" di Donato Carrisi.
Libro uscito da poco che ho finito di leggere da pochi minuti. Dedicato agli amanti del dark. Giudizio in sintesi: incubi e strizza da non dire, però suggestivo.
Edited by fran : March 26, 2009, 5:36 pm
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A guardarli da lontano, sembravano carcerato e carceriere. Bobby camminava a occhi bassi, aggiustandosi i polsini sfilacciati della camicia, e seguiva Charlie che si stava allontanando dalla casa. Il pick up di Bobby era parcheggiato al sole: paraurti ammaccato, pianale cinto da logore assi di legno. Charlie teneva le mani incrociate dietro la schiena e guardava in avanti senza parlare, il viso e la barba nascosti sotto i lunghi capelli. In realtà era lui l'ex detenuto: aveva una quindicina di anni di più di Bobby, anche se era difficile attribuirgli un'età precisa.
Sway. Zachary Lazar
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There are 10 kinds of people: those who understand binary notations, and those who don't.
Segnalo il ritorno di Eclettica anche su www.linearock.it. Stasera, e tutti i lunedì, alle ore 23:00 ed in replica il mercoledì.
----------------------- And all the pressure that's been building up
For all the years it bore the load
The cracks appear, the frame starts to distort
Ready to explode - Jawbreaker
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
Quote From : stealthisnick July 24, 2008, 7:54 am
Quote From : Giano July 19, 2008, 10:41 pm
"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nella carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantenovemilioni di chilometri, c'è un piccolo, tracurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione."
Da Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams.
Un libro leggero, divertente che riesce comunque a dare qualche spunto di riflessione sugli annosi dubbi di noi poveri umani...chi siamo...da dove veniamo...
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
Quote From : Isidoro_Serrati July 24, 2008, 10:43 am
Decisamente meglio la versione animata del libro... a mio modesto parere di...
MEGAFANATICOFANSFEGATATO DELL'ANIMAZIONE GIAPPONESE E SPECIALMENTE DELL'ILLUMINATISSIMO, IMMENSO MAESTRO SENSEI HAYAO MIYAZAKI!!!
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
il libro che mi ha fatto capire come la penso sul mondo
<< Nell'ombra della casa, sulle rive soleggiate del fiume presso le barche, nell'ombra del bosco di Sal, all'ombra del fico crebbe Siddharta, il bel figlio del Brahmino, il giovane falco, insieme all'amico suo, Govinda, anch'egli figlio di Brahmino. Sulla riva del fiume, nei bagni, nelle sacre abluzioni, nei sacrifici votivi il sole bruniva le sue spalle lucenti. Ombre attraversavano i suoi occhi neri nel boschetto di mango, durante i giochi infantili, al canto di sua madre, durante i santi sacrifici, alle lezioni di suo padre, così dotto, durante le conversazioni dei saggi. Già da tempo Siddharta prendeva parte alle conversazioni dei saggi, si esercitava con Govinda nell'arte oratoria, nonché nell'esercizio delle facoltà di osservazione e nella pratica della concentrazione interiore. >>
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
il libro che mi ha segnato
Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono nata nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha resa malinconica, perché sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria. Mio padre, un indiano dagli occhi gialli, veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e non guardava mai direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la cupola degli alberi e la luce gli sembrava indecorosa. Consuelo, mia madre, aveva trascorso l'infanzia in una regione incantata, dove per secoli gli avventurieri hanno cercato la città di oro puro vista dai conquistatori spagnoli allorché si affacciarono sugli abissi della loro ambizione. Quel paesaggio aveva lasciato in lei una traccia che in qualche modo riuscì a trasmettermi
questo era l'incipit di Eva Luna, di Isabel Allende
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
e questo l'ho letto in 4 ore a Ibiza e il mio concetto di amore è totalmente stato stravolto da questo racconto.... a cui per altro ha fatto seguito un degno film con due interpreti incredibili...due dei miei attori preferiti....roba da piangere al cinema...e io non piango mai....
Ci sono canzoni che nascono dall'erba punteggiata d'azzurro, dalla polvere di migliaia di strade di campagna. Questa ne incarna la poesia. È un tardo pomeriggio dell'autunno del 1989, io sono seduto alla mia scrivania, guardando il cursore che ammicca sul video del computer davanti a me, quando squilla il telefono. All'altro capo del filo c'è un ex abitante dell'Iowa, di nome Michael Johnson, che ora vive in Florida. Un amico gli ha inviato uno dei miei libri. Michael Johnson l'ha letto, l'ha letto anche sua sorella Carolyn, e hanno da propormi una storia che credono possa interessarmi.
Robert James Waller – I ponti di Madison County
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Appena finii al riformatorio mi misero a correre la maratona. Immagino pensassero che avevo proprio il fisico adatto perchè ero lungo e magro per la mia età (e lo sono ancora) e in ogni caso non mi dispiaceva troppo, a dirvi la verità, perchè nela nostra famiglia si era sempre corso molto, soprattutto per sfuggire alla polizia.
questo era l'incipit di La solitudine del maratoneta
di Alan Sillitoe
in Inglese The loneliness of the long distance runner
nel caso non la conoscessi consiglio l'omonima canzone degli iron maiden la trovi in somewhere in time dell'86... bellissima e con parti difficiline da suonare...
grande album, forse il meno pesante della band ma a me fa sempre sognare ogni volta...
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"Conservo tutto del mio amore. Tranne i piedi, che non sono entrati nella cassapanca"
Quote From : Franci:-) July 10, 2009, 6:13 am
e questo l'ho letto in 4 ore a Ibiza e il mio concetto di amore è totalmente stato stravolto da questo racconto.... a cui per altro ha fatto seguito un degno film con due interpreti incredibili...due dei miei attori preferiti....roba da piangere al cinema...e io non piango mai....
Ci sono canzoni che nascono dall'erba punteggiata d'azzurro, dalla polvere di migliaia di strade di campagna. Questa ne incarna la poesia. È un tardo pomeriggio dell'autunno del 1989, io sono seduto alla mia scrivania, guardando il cursore che ammicca sul video del computer davanti a me, quando squilla il telefono. All'altro capo del filo c'è un ex abitante dell'Iowa, di nome Michael Johnson, che ora vive in Florida. Un amico gli ha inviato uno dei miei libri. Michael Johnson l'ha letto, l'ha letto anche sua sorella Carolyn, e hanno da propormi una storia che credono possa interessarmi.
Robert James Waller – I ponti di Madison County
Non ha stravolto la mia idea dell'amore ma ce l'ho nel cuore. Brava Franci
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
Quote From : fran July 10, 2009, 10:55 am
Quote From : Franci:-) July 10, 2009, 6:13 am
e questo l'ho letto in 4 ore a Ibiza e il mio concetto di amore è totalmente stato stravolto da questo racconto.... a cui per altro ha fatto seguito un degno film con due interpreti incredibili...due dei miei attori preferiti....roba da piangere al cinema...e io non piango mai....
Ci sono canzoni che nascono dall'erba punteggiata d'azzurro, dalla polvere di migliaia di strade di campagna. Questa ne incarna la poesia. È un tardo pomeriggio dell'autunno del 1989, io sono seduto alla mia scrivania, guardando il cursore che ammicca sul video del computer davanti a me, quando squilla il telefono. All'altro capo del filo c'è un ex abitante dell'Iowa, di nome Michael Johnson, che ora vive in Florida. Un amico gli ha inviato uno dei miei libri. Michael Johnson l'ha letto, l'ha letto anche sua sorella Carolyn, e hanno da propormi una storia che credono possa interessarmi.
Robert James Waller – I ponti di Madison County
Non ha stravolto la mia idea dell'amore ma ce l'ho nel cuore. Brava Franci
nel senso
se ami una persona lasciala libera
il vero amore è volere il bene dell'altro sopra ogni cosa
e se il suo bene non sei tu.... lasciala andare
e poi lei rinuncia al grande amore per i figli, un amore ancora più grande
e quando loro lo scoprono....
per me è commovente!!!
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"Conservo tutto del mio amore. Tranne i piedi, che non sono entrati nella cassapanca"
Tutto vero. Cosi' come e' commovente il rapporto tra due persone provenienti da esperienze completamente diverse che pero' da un giorno all'altro si abbandonano senza timori ad un sentimento cosi' intenso che non si allontanera' da loro per il resto della vita, esponendosi senza riserve. Non e' assolutamente una storia melensa o romanticismo banale, i personaggi sono consistenti, hanno temperamenti forti... Nella realta' forse non accade a nessuno una cosa del genere (ecco perche' la mia concezione dell'amore non e' cambiata, ammesso che io ne abbia una) ma si vorrebbe che succedesse, no? Giustamente, poi, nel film i due attori rendono il tutto in modo straordinario...
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ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
ci fanno commuovere le situazioni in cui riusciamo a immedesimarci...
senza andare troppo sul personale (è il topic degli incipit!!) a me è successo, e sono felice di poter dire,alla fine della mia vita, "io ho amato davvero qualcuno così"...
e ora un bell'incipit:
Il primo giorno di sole fece evaporare l'umidità accumulata sulla terra dai mesi invernali e riscaldò le fragili ossa degli anziani, cui fu possibile passeggiare lungo i sentieri ortopedici del giardino. Solo il melanconico se ne rimase a letto, perché era inutile portarlo all'aria aperta se i suoi occhi vedevano solo i propri incubi e le sue orecchie erano sorde allo schiamazzo degli uccelli. Josefina Bianchi, l'attrice, vestita col lungo abito di seta che mezzo secolo prima aveva indossato per declamare Checov, reggendo un parasole per proteggersi l'epidermide di porcellana screpolata, avanzava lentamente fra i cespugli che ben presto si sarebbero ricoperti di fiori e di api.
D'AMORE E OMBRA - Isabel Allende
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Da qualche parte dentro gli Abbey Road Studios di Londra, nascosti dietro una porta anonima chiusa a tripla mandata e con l'allarme collegato alla polizia, ci sono alcuni tra i più preziosi manufatti della musica del XX secolo: i nastri integrali con tutte le registrazioni effettuate in studio dai Beatles in quasi otto anni di carriera. Una delle cose più sorprendenti è che durante la vita del gruppo, i Beatles resero pubbliche soltanto dieci ore e mezzo di musica, per un totale di ventitue 45 giri e quattordici album.
da La musica e l'arte dei Beatles A day in the life. Mark Hertsgaard
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Avrei desiderato che mio padre o mia madre, o meglio tutti e due, giacché entrambi vi erano ugualmente tenuti, avessero badato a quello che facevano, quando mi generarono. Se avessero debitamente considerato tutto quanto dipendeva da ciò che stavano facendo in quel momento: - che non solo stavano per dar la vita ad un essere ragionevole, ma che per avventura la felice costituzione e temperie del suo corpo, forse il suo genio e la forma stessa del suo spirito, e, checché ne sapessero in contrario, fin le fortune di tutta la sua casa avrebbero potuto subir l'influsso degli umori e delle disposizoni prevalenti in quell'istante; - se essi avessero debitamente soppesato e valutato tutto ciò, ed agito in conseguenza, sono fermamente persuaso che io avrei fatto al mondo una ben diversa figura da quella in cui forse apparirò al lettore.
Questo era l'incipit de "La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo", di Laurence Sterne.
Mi ci sono avvicinato un po' scettico, sia per la mole che per l'età... ma mi son dovuto ricredere!
ognuno è tanto infelice quanto crede di esserlo...
introduzione: Ho fatto sesso ascoltando la musica del diavolo, ma' tutte le volte che vedo una signora ondeggiare il culo al ritmo esatto del giorno, nella mia testa parte il riff iniziale di Uh! All Night. E non parliamo di una canzone migliori del repertorio. E' più forte di me. Non dovrei rivelare certi dettagli, che poi faccio sempre la figura dell'ebete tutto passera e chitarra elettrica.Ma continuate pure ad ancheggiare, ladies, sono anche un inguaribile romantico, come da ballatona alla traccia numero 6. Ahahahah! Un classico dei dischi hardrock. Alzo lo sguardo per non darmi da solo del bavoso guardone e fisso un cartellone pubblicitario che raffigura una famiglia tipo Addams e reclamizza la solita automobile. Ma c'è un dettaglio: tutti in questa famiglia, dalla nonna al cane, un levriero dal muso mooooolto lungo, hanno la faccia completamente dipinta di bianco. E una stella nera sull'occhio destro.
questo era l'incipit de "KISS & LICK" di Episch Porzioni
a gentile richiesta di beppe!!!
Edited by cicky76 : February 24, 2010, 8:48 pm
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Questa volta non c'era più speranza per lui: era il terzo attacco. Ogni sera passavo davanti alla sua casa (eravamo in tempo di vacanze) e scrutavo il quadrato di luce della finestra: ed ogni sera lo trovavo sempre illuminato allo stesso modo, debolmente ed ugualmente. Se fosse morto - pensavo - vedrei il riflesso delle candele sulle imposte scure, poiché sapevo che ai morti si soleva mettere due candele, ai lati della testa.
Questo era l'incipit tratto da:" Gente di Dublino" di James Joyce
mi manca "Eclettica"....e quei brividi che ti lasciava tra un incipit ed una canzone.....
ognuno è tanto infelice quanto crede di esserlo...
Per un punto Martin perse la cappa. A voler guardare alla sostanza, è così che recita la saggezza popolare. In fondo tutto può essere ricondotto a qualcosa di simile: così avrebbe pensato molto tempo più tardi Roberta Anderson. Delle due l'una, o puro caso...o puro destino. E la Anderson inciampò letteralmente nel suo destino ad Heaven, una cittadina del Maine, il 21 giugno 1988.
Il nocciolo della questione è lì; tutto il resto è storia.
questo è l'incipit di Tommyknocker di Stephen King... lo sto finendo in questi giorni in treno...
"Siamo buoni a nulla, ma capaci di tutto" - Jim Morrison
Ecco... ultimo post la Kiki il 19/05/2010, esatti esatti 6 anni fa!!! Il tempo è davvero un rullo compressore, e certe volte, oltre a non fare sconti, non fa neppure troppo rumore.
Riapro questo topic a me particolarmente caro: il fascino dei libri, ma anche quello di Giulio che ha saputo stregarci con la sua trasmissione davvero magica.
"Cosa sei venuta a dirmi, Irina? Perchè hai bussato qui?
"Vorrei che mi aiutassi, se puoi, a prendere le parole metterle in fila ricomporre tutti i pezzi che sento frantumati e dispersi in ogni angolo del corpo. Vorrei ricostruire i frammenti come si ripara un oggetto rotto, prenderlo in mano e portarlo fuori da me. Per tenerlo accanto, portarlo in tasca, metterlo in borsa ma intero, tutto intero. Pensi che si possa farlo, scrivendo? Se fossi stata capace l'avrei fatto, ma non sono capace e non ero pronta. Ora sono pronta. Voglio mettere un punto. Segnare il passaggio. Sento che sarà facile, se riesco a raccontare ogni cosa."
Quindi di cosa è fatto questo racconto?, e perchè ci incatena a vicenda nei giorni senza che riusciamo a smettere senza che ci fermiamo più, giorni e giorni di parole e di risate e di lacrime e di voce che si rompe e poi di canzoni, hai mai sentito quella che fa così?, poi di nuovo l'amore: tu, Irina, parli sempre d'amore."
Questo era l'incipi di: "Mi sa che fuoiri è primavera", di Concita De Gregorio.
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"Siamo buoni a nulla, ma capaci di tutto" - Jim Morrison
... Non è un incipit, è un risvolto di copertina, ma troppo bello perchè non lo aggiunga, solo una piccola digressione:
"Ferite d'oro. Quando un oggetto si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. E' un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore."
Sempre tratto dal libro "Mi sa che fuori è primavera" di Concita De Gregorio, ed. Feltrinelli.
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KEEP ON ROCKIN' IN THE FREE WORLD
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Mio padre è stato il primo ambasciatore a Londre dopo il fascismo, tra il '44 e il '47. Viveva all'inizio di Claridges, essendo l'ambasciata ancora da restaurare per la guerra. Sono tornato nella hall del Claridges, per immaginarlo quando, mentre prendeva il té, la porta girevole fu divelta da una bomba volante e i presenti continuarono imperterriti a sorseggiare le loro tazze.
da: Andrea Carandini, Giornale di scavo. Pensieri sparsi di un archeologo, Einaudi, 2000
...in Italia c'è tanto bisogno di cultura, quella vera non quella di internet...e cmq long live rock n' roll
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Something i don't understand
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cavolo l'ultimo post l'avevo messo io circa 2 anni fa!!! va bene che siamo il paese che legge meno in Europa ma spero che sia solo pigrizia se non sono più apparsi da allora nuovi incipit.Comunque da qualche giorno ho iniziato a leggere questo:"Gli eventi che contribuiscono a formare la personalità di un individuo interagiscono in modi bizzarri e imprevedibili. Ero figlio unico e fino a cinque anni ero stato tirato su dai nonni. Ci vuole sempre un po' per capire le dinamiche familiari, e io impiegai parecchio tempo per comprenderle a fondo. Ero cresciuto, mi resi conto, in un misto di senso di colpa, amore non corrisposto e gelosia, il tutto pervaso da una percezione del dovere esasperata, dal costante obbligo di eccellere. Oggi mi accorgo che l'affetto non era molto, ma c'era una discreta attenzione al dettaglio. Sarebbe potuta andare molto peggio, considerate le circostanze."da Bruce Dickinson, Autobiografia, A cosa serve questo pulsante?
Sono arrivata a quando lui ventenne entra nei Samson, uno di noi, un grandissimo!
----------------------- Brother will kill brother
Spilling blood across the land
killing for religion
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"In the beginning was Chance, and Chance was with God and Chance was God. He was in the beginning with God. All things were made by Chance and without him was not anything made that was made. In Chance was life and the life was the light of men."
Questo era l'incipit di The Dice Man, di Luke Rhinehart.
Quel gruppo di persone già noto col nome di Rockfm
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