PS: avevo scritto il ragazzo di campagna ma ho sbagliato titolo ancora sotto effetto del colpo di sole che mi sono presa sabato..
insomma..scena ugualissima..con schiera di camerieri e chef de rang che elencano il menù in francese e pozzetto, che va avanti a carote bollite perchè la fidanzata l'ha messo a dieta, dice "rigatoni"!
----------------------- Francesca.740, the grasshopper
Posted: 03 Aug 2009 04:37 AM PDT
In merito alla notizia della recente legalità della pillola abortiva, su cui si stanno sprecando i pareri e gli anatemi dei più disparati interlocutori, riportiamo di seguito l'opinione di Viviana Vivarelli, gestore della newsletter Masada:
"Al sondaggio di Repubblica sulla pillola del giorno dopo il 90% ha risposto che ritiene giusto introdurla. Solo il 9% ha risposto di no. Sarebbero questi i famosi cattolici che il papa pretende comandare?
Intanto risulta che l’Italia e’ il paese col tasso di aborti tra i piu’ bassi d'Europa. Nel 2008 sono stati 121 mila, il 4% meno dell'anno precedente e il 48% meno del 1982. I nemici della pillola sono arrivati a parlare di “clandestinita’ legale”!!
Natalia Aspesi scrive: “Tra i detrattori della povera Ru486 ci sono quelli che sbandierano i 29 decessi che avrebbe causato non si sa in quanti anni ne’ in quanti paesi: sinceramente quando l'aborto era clandestino e quindi illegale, e al posto della chirurgia c'erano i ferri da calza e della pillola il decotto di prezzemolo, erano migliaia all'anno le donne che morivano. E a meno che ai nostri difensori dell'embrione interessi solo la sopravvivenza delle donne portatrici dello stesso, e da tener quindi lontane dalla eventuale pericolosita’ della pillola, bisognerebbe impedire agli italiani tutti di guidare la macchina visti i più di 5000 morti l'anno sulle strade, e anche in alcuni casi di lavorare, contando i tre morti al giorno su impalcature, pozzi, fornaci ecc.”..
”… da anni si dicono sempre le stesse cose, anno dopo anno, non solo contro la legge che consente l'interruzione di gravidanza (quella clandestina non interessa), ma anche contro la prevenzione, gli anticoncezionali, i condom, ugualmente degni di scomunica. Si vorrebbe che almeno per una volta visto che siamo anche noi, povere italiane, cittadine d'Europa piu’ che del Vaticano, non si facesse tanto ripetitivo casino attorno a quell'interruzione di gravidanza che non sara’ mai sconfitta ne’ da leggi proibizioniste, ne’ da anatemi vescovili, ne’ dal dolore individuale o dal senso di irrimediabile perdita: perche’ questa e’ la vita delle donne, oggi di quelle piu’ povere, piu’ abbandonate e piu’ sole, e meno male che adesso c'e’ (speriamo) la Ru486.”
Ogni tre giorni una donna europea viene uccisa da un maschio nella cristiana Europa. Ma su questa morte non abbiamo sentito una sola parola dal Vaticano."
Salve, sono una donna italiana.
Sono cresciuta circondata dall’ossessione verso il mio corpo, ascoltando commenti, incrociando sguardi, guardando le pubblicità ed i programmi televisivi che mi ricordavano costantemente la mia distanza fisica dai modelli convenzionali di bellezza.
Una volta superato l’ostacolo di accettazione con me stessa, ho dovuto affrontarlo con il resto del mondo, che mi voleva bella e piacente sul lavoro, fra gli amici, in coppia.
Quando esco per strada devo stare attenta e, se il sole ha lasciato posto alle prime luci della sera, è preferibile che io non rimanga da sola. Se sorrido a qualcuno, è meglio che prima mi sinceri del fatto che poi non mi ritrovi ad essere molestata fisicamente o a distanza.
Quando rientro in casa, a volte non va tanto meglio perché in molte famiglie,spesso mi attende comunque violenza. Certe sere sono pugni, calci e fare l’amore controvoglia, certe altre solo offese e parolacce. Non succede sempre e quando accade probabilmente è perché me lo merito.
Votare è un diritto che ho ottenuto relativamente da poco e lo esprimo con frequenza mentre è più raro che io riesca ad emergere come candidata poiché il mio Paese è governato quasi esclusivamente da uomini.
E’ più facile che io riesca a fare carriera con le mie curve e con l’uso che ne faccio piuttosto che con il mio curriculum. Quando mi assumono, spesso mi chiedono di non restare incinta e, se ci resto, a volte mi costringono a lasciare il lavoro. Se invece sono già mamma, piuttosto che concedermi di organizzare da sola parte del mio tempo o di svolgere qualche attività da casa, si sincerano che io abbia ormai rinunciato a crescere i miei figli.
Il mio stipendio è quasi sempre inferiore a quello di un uomo che, al pari delle mie stesse capacità e mansioni, viene retribuito maggiormente.
Molti mi dicono che sono fortunata perché ci sono Paesi in cui non ho diritto di possedere nulla, neppure me stessa. Ci sono luoghi in cui non posso decidere come vestirmi, cosa dire, come comportarmi, chi frequentare. Però, se vivo al sud e sono imparentata o semplicemente ho frequentato l’uomo sbagliato, rischio la vita anche solo per scegliere chi poter amare e, se non ho un marito a cui appartenere, non ho neppure una mia identità.
Quando invecchio, quasi nessuno fa caso alla mia espressione di saggezza o alle mie rughe interessanti, quanto piuttosto alla distanza che c’è fra la mia immagine e quella di quando ero bella.
Se sono in coppia, significa che forse potrò realizzarmi ma poiché sono fatta per fare figli, se non li avrò, non sarò mai una vera donna.
Se sono single, non è per mia scelta ma per costrizione o perché non sono statace capace di tenermi un uomo e, se la cosa durerà nel tempo, molto probabilmente resterò una zitella.
Quel gruppo di persone già noto col nome di Rockfm
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