vi è mai successo che tutte le volte che sentite una canzone, vi parta un viaggio mentale nel quale si crea un'immagine o una scena evocata da alcune parole di questa canzone?
a me per esempio succede tutte le volte che ascolto la prima strofa di don't stop believing dei journey
mi immagino questo city boy e questa small town girl che aspettano il midnight train going anywhere
ieri mentre mi preparavo da mangiare ho preso spunto da questa immagine mentale per scrivere un raccontino
come mai ho aperto questo topic? perchè sarebbe ganzo se qualcunaltro prendesse spunto da questo per tradurre in qualche modo i propri viaggi mentali che una canzone rock gli procura in parole o immagini
che sia un breve racconto...o un disegno, per chi sa disegnare...o una fotografia, per chi sa fotografare...o una statuina di pongo, per chi sa modellare il pongo...tutto fa brodo
Eccomi.
Solo nella sala di aspetto di una stazione ferroviaria di un piccolo villaggio qualsiasi di un paese qualsiasi. Panche di legno e aria affumicata. La biglietteria chiusa ormai da qualche ora.
Sto aspettando il treno di mezzanotte. L'ultimo. Non so dove mi porterà.
Come sia finito qui, io che sono nato e cresciuto nella grande città, cosa stia lasciando alle spalle e che intenzioni abbia sono tutte cose irrilevanti per questa storia.
Questa non è la mia storia. Non è neanche la storia di altre persone. E' la storia di un incontro. L'incontro di due sguardi.
E' una storia d'amore della durata di un battito di ciglia. Ma intensa come se fosse durata una vita e più.
Una storia d'amore tra sconosciuti che aspettano l'ultimo treno in una vecchia stazione ferroviaria in uno sperduto villaggio.
Lei entra quasi di soppiatto. Io, assorto in mille e uno pensieri, non mi accorgo della presenza di qualcun'altro finchè si siede nella fila di panche di fronte alla mia.
La guardo. Il suo sguardo è rivolto alle sporche mattonelle beige del pavimento.
Se la dovessi descrivere non la definirei bellissima. Ma il suo viso imbronciato, incorniciato dai capelli castani mossi, ha qualcosa che tocca le corde del cuore.
Senza dubbio è una ragazza del posto. Potrebbe avere diciotto anni, non molti di più. Chi sia e dove stia andando non lo so e probabilmente non lo saprò mai.
Ed è proprio mentre mi passano queste cose per la testa che lei alza lo sguardo per la prima volta e io vedo i suoi occhi azzurri e limpidi come il cielo di un pomeriggio d'estate.
Ma tristi e pieni di solitudine. Arrossati. Come se avesse appena finito di piangere.
I nostri sguardi si incrociano, finalmente. Vedo un lampo e poi un temporale. Noi due che ci teniamo per mano sotto la pioggia battente. Ci abbracciamo.
E quando, dopo un secondo o un secolo, il nostro abbraccio si scioglie siamo su un altipiano a guardare il mare, sotto un albero dalla chioma rossa corallo con i rami che sembrano braccia che si levano imploranti verso il cielo. Ci baciamo.
E quando, dopo un secolo o un secondo, le nostre labbra si separano stiamo saltando in mezzo alla folla di un concerto in una piazza medievale. Poi la folla ci spinge e cadiamo.
Ma invece che sul cemento della piazza medievale cadiamo sulla soffice neve di fronte ad una baita di alta montagna. Ci guardiamo ed è come se non esistesse null'altro al mondo al di fuori di noi due immersi nella neve. Noi ed una farfalla che ci vola davanti.
La seguiamo con lo sguardo, finchè non si posa sul tabellone delle partenze. Due minuti a mezzanotte.
Non so che immagini abbia visto, ma so per certo che ha provato quello che ho provato io. Glielo ho letto nello sguardo.
Un amore lungo come un battito d'ali di una farfalla.
Lei, una ragazza di un piccolo villaggio con gli occhi pieni di solitudine.
Io, un silenzioso e pensieroso ragazzo di città in fuga da qualcosa o da qualcuno.
Entrambi in attesa che il treno di mezzanotte ci porti in un altro posto. Ovunque esso sia.
se questo topic si popola di un buon numero di racconti di qualità, come il primo, potrei anche valutare come dargli voce in maniera continuativa
----------------------- Voglio farti un discorso sulla famiglia
Quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alle virtù
E adesso ripeti insieme a me: Santa famiglia...
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C'è una canzone tra tante che sempre mi evoca lo stesso immaginario:
è PERFECT STRANGERS dei Deep Purple (1984).
E' un immaginario più astratto rispetto per esempio a quello che scrivi tu
stealthsnick con "don't stop believing " (che conosco), almeno credo di percepire così..
Quando l'ascolto penso a tante persone apprezzate incontrate nella vita in passato,che non ho più rivisto,oppure al contrario penso a tutte quelle belle persone che esistono ma che non incotrerò mai in vita mia...
soprattutto la prima strofa
Can you remember remember my name
As I flow through your life
A thousand oceans I have flown
And cold spirits of ice
All my life
I am the echo of your past
mi da un forte significato evocativo, e come mi aiuta a ricordare le pesone,il mio "sogno" è quello di fare ascoltare questa canzone a tutte quelle persone che un giorno forse verranno al mio funerale,perchè desidero essere ricordato in una giornata in cui di funereo ci sia molto poco. :-) anche perchè questa canzone con questa musica la trovo molto energica,piena di calore.
Can you remember remember my name
As I flow through your life
A thousand oceans I have flown
And cold spirits of ice
All my life
I am the echo of your past I am returning the echo of a point in time
Distant faces shine
A thousand warriors I have known
And laughing as the spirits appear
All your life
Shadows of another day And if you hear me talking on the wind
Youve got to understand
We must remain
Perfect strangers I know I must remain inside this silent well of sorrow A strand of silver hanging through the sky
Touching more than you see
The voice of ages in your mind
Is aching with the dead of the night
Precious life (your tears are lost in
Falling rain) And if you hear me talking on the wind
Youve got to understand
We must remain
Perfect strangers
bel post stealthsnick
ciao
----------------------- \m/
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il potere evocativo della parole di una canzone rock
Ci sono talmente tante canzoni (musiche) che si traducono in immagini nella mia mente, che non saprei da dove cominciare...
ci devo pensare...
non ci pensare, scegline una e lascia che la mente si metta in viaggio
io nel frattempo ne ho scritta un'altra mentre facevo bollire l'acqua della pasta (questo maledetto fornello elettrico ci mette un monte di tempo a riscaldarsi)
il finale è a sorpresa quindi il consiglio è di cliccare il link alla fine
Maledizione. Compito di matematica.
Io e la matematica non andiamo molto d'accordo. E forse non è neanche tutta colpa sua. D'altra parte non è facile andare d'accordo con me.
Ricapitoliamo un attimo la situazione. Sono in classe, seduto al mio banco. Guardo il mio foglio. E' bianco. Mordo la penna nervosamente come se il chiudere i denti attorno a qualcosa mi facilitasse il ragionamento.
Provo a scrivere qualcosa. Butto giù un paio di formule. Faccio un paio di conti con la calcolatrice. Arrivo ad un risultato. Non convince neanche me.
Guardo alla mia sinistra. Riccardo, "il secchione". Capelli corti neri. Occhialini tondi. Immerso nei suoi conti, non alzerebbe la testa neanche se suonasse una sirena che avverte per il bombardamento. E poi la matematica non è il suo forte.
Guardo alla mia destra. Camilla, "la timida". Capelli biondi mossi, occhi chiari. Sembra sempre che abbia la testa fra le nuvole. Sono convinto che i suoi genitori si sono sentiti ripetere tante volte la frase: "è intelligente ma non si applica."
Non che sia svogliata o fannullona. Semplicemente ha altro per la testa. Che cosa è difficile dirlo. Probabilmente il foglio del suo compito è pieno di disegni fatti sovrappensiero piuttosto che formule matematiche.
Alza la testa dal foglio e guarda verso di me. Mi sorride e io le restituisco il sorriso. Scuoto la testa come per dire che non ho speranze contro lo studio di funzione dell'esercizio uno.
Ed è a questo punto che una pessima idea mi passa per la testa. Veloce, ma non abbastanza per ignorarla.
Le chiedo, il più sottovoce possibile, quanto le torna il primo esercizio. E non perchè mi interessi davvero il risultato. Più che altro semplicemente per rivolgerle la parola.
Non faccio neanche in tempo a finire la frase che sento qualcuno dietro di me dire: "Professore!"
Mi giro. E' Daniele, "il rompiscatole". Capelli ritti ingelatinati. Voce stridula ed irritante. Ha la mano alzata. Il professore gli dà la parola. "Professore, Francesco parla durante il compito di matematica."
Merda.
Getto lo sguardo verso il professore. All'improvviso tutti i suoni sembrano ovattati e i colori sbiaditi. Vedo le immagini al rallentatore.
Il braccio destro del professore che si alza fino a trenta centimetri sopra la cattedra. E poi si abbassa come una condanna fino a schiacciare il grosso pulsante rosso sulla cattedra.
Dannazione.
La luce rossa, posta sotto il soffitto all'altezza della cattedra inizia a lampeggiare.
Lo sapevo che sarebbe finita in questo modo anche questa volta.
Tutti guardano verso di me. Chi con scherno, chi con rabbia. Riccardo mi guarda con disprezzo. Mi giro verso Camilla. Sembra dispiaciuta. Allargo le braccia come per dire: "Cosa ci posso fare?"
Il professore scuote la testa.
Inizio già a sentire i passi pesanti che scuotono l'asfalto della strada. Il mio sguardo, a questo punto, è fisso fuori dalla finesra.
Aspetto. Non c'è altro che possa fare.
Quando vedo la proboscide muoversi fuori dalla finestra sono quasi sollevato. L'attesa è finita.
Siamo al primo piano. Il professore non ha neanche bisogno di scendere in strada. Si alza e si dirige verso la finestra. La apre e guarda verso di me. Mi indica.
Rivolgendosi al poliziotto "a cavallo" dell'elefante dice: "Polizia del Karma, arrestate questo ragazzo. Ha parlato durante il compito di matematica."
Mentre mi alzo penso che la prossima volta mi devo almeno ricordare di portarmi dietro le pasticche contro il mal d'elefante.
io non sono ancora pronta per scrivere, sarebbe un racconto violento, crudele ...
appena sarò più serena metterò un brano speciale per me e inizierò a viaggiare...
e chi ha detto che non può essere un racconto violento e crudele?
anzi magari mettere violenza su carta (o su forum) serve a scaricarti e a ritrovare un po' di serenità
tieni conto del periodo... molti famigli sono ancora in ferie. vedrai che quando il forum si ripopolerà questo topic avrà il successo che merita. personalmente, il viaggio che certi canzoni mi fanno partire non è un viaggio ma una molto infantile. cioè mi immagino sul palco a suonare quella canzone.
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il potere evocativo della parole di una canzone rock
comincio con quacosa di leggero: 2003, San Giuliano MIlanese, esco dal Carrefour alle 22, distrutto dopo 13 ore di lavoro. Metto in moto la mia vespa 50, attacco il walkman Wasted Years...mi sento di merda, ma i Maiden mi convincono... sto perdendo tempo a considerarmi una nullità... la strada è libera, la notte è mia amica, il motore è solo un cinquanta, ma sembra rispondere ai miei nervi... ogni volta che riascolto quella canzone ho la sensazione fisica di movimento, eccitazione e controllo della mia vita!!!
Edited by Iljokerdeldatabase : November 16, 2009, 10:20 pm
----------------------- Il Joker del database Cuando abandones tu sueño sabras que has muerto
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il potere evocativo della parole di una canzone ro
ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero
io adoro una canzone che mi mette una bella energia addosso
e un senso di libertà incredibile, fino al punto di averla eletta come mio inno personale....
è di Anouk e s'intitola NOBODY'S WIFE
non so se è propriamente rock, ma a me mi garba parecchio....
I'm sorry for the times that I made you scream
for the times that I killed your dreams
for the times that I made your whole world rumble
for the times that I made you cry
for the times that I told you lies
for the times that I watched and let you stumble
It's too bad, but that's me
what goes around comes around, you'll see
that I can carry the burden of pain
'cause it ain't the first time that a man goes insane
and when I spread my wings to embrace him for life
I'm suckin' out his love, 'cause I, I'll never be nobody's wife
I'm sorry for the times that I didn't come home
left you lyin' in that bed alone
was flyin' high in the sky when you needed my shoulder
you're like a stone hangin' round my neck, see
cut it loose before it breaks my back, see
I've gotta say what I feel before I grow older
I'm sorry but I ain't gonna change my ways
you know I've tried but I'm still the same
I've got to do it my own way
It's too bad, but hey, that's me
what goes around comes around, you'll see
that I can carry the burden of pain
'cause it ain't the first time that a man goes insane
and when I spread my wings to embrace him for life
I'm suckin' out his love, I, I'll never be nobody's wife
It's too bad, but hey, that's me
what goes around comes around, you'll see
that I can carry the burden of pain
'cause it ain't the first time that a man goes insane
and when I spread my wings to embrace him for life
I'm suckin' out his love, I, I'll never be nobody's wife....
...poi un giorno ho incontrato la persona giusta, e certe idee in me hanno iniziato a vacillare
però posso dire che fino a ora questa canzone è stata il mio vessillo....
Quel gruppo di persone già noto col nome di Rockfm
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